Magazine Cinema
Entrata ormai nel mondo di Harmony Korine, la sua fissazione per i giovanissimi e le loro esperienze bibliche sta iniziando a preoccuparmi. Tema comune di tutti i suoi film -Julien Donkey-Boy compreso, nonostante tutto-, i giovani che racconta sono quelli che se la cavano da soli, che provano tutto e disobbediscono, individuali e collettivi al tempo stesso.
Ken Park non è da meno, anzi, ancora una volta ci spinge in quella periferia americana qui più borghese, in famiglia atipiche e ragazzi in fase di crescita.
Shawn si diverte soddisfacendo a turno madre e figlia, lasciando il padre/marito ignaro di tutto, Peaches recita la parte della brava ragazza di chiesa davanti ad un padre opprimente e ossessionato dalla moglie defunta, mentre con gli amici è molto più "aperta", Claude deve vedersela con un padre ubriacone che non regge la sua fragilità e i suoi tratti delicati e infine Tate, chiaramente disturbato, vive con i nonni innamorati e benevoli che non sopporta.
In più c'è il Ken Park del titolo, un ragazzo sullo skate che si muove sui titoli di testa, apparentemente felice e incurante che, riprendendosi con la propria videocamera si spara in testa. Il motivo, grazie a Shawn, lo verremo a sapere solo sul finale.
Ancora giovani, quindi, ancora le loro esperienze esplicite su schermo, ancora gran poco politically correct ma, questa volta, una regia più classica e didascalica, divisa in capitoli introduttivi. Il motivo è presto detto, visto che dietro la macchina da presa siedono Ed Lachman e Larry Clark, che già con Kids aveva tradotto su schermo la sceneggiatura di Korine. Probabilmente per questo, e per l'attrazione istintiva verso le disavventure dei protagonisti, Ken Park si lascia vedere molto più fluidamente del resto della filmografia harmoniana: nessun sperimentalismo eccessivo, nessuna pretenziosità, la verità che ci viene sbattuta in faccia è qui filtrata dalla sapiente mano di Clark, attenta ai dettagli e alla fotografia, che segue i suoi giovani e ce li mostra in tutte le loro inibizioni, in quel sogno di perfezione e unità che è il finale. A far da sottofondo, pezzi cult che vanno dai Rancid a Gary Stewart che incorniciano un film compatto e chiuso in se stesso, appagante e voyeuristico, capace di raccontare né la meglio né la peggio gioventù. Solo la gioventù.
Guarda il Trailer
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Sense8
Quando i film si fanno ad episodi.Ormai la TV è diventata un porto sicuro anche per i grandi nomi del cinema.Perfino i fratelli Wachowskis sono approdati, e... Leggere il seguito
Da In Central Perk
CINEMA -
The Green Inferno – Nuovo trailer e conferma della release italiana per il 24...
Nessuna buona azione resterà impunita. Così recita il nuovo trailer italiano di The Green Inferno, film diretto da Eli Roth, che non altro che è un omaggio al... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
It follows
Devo chiedere a qualche esperto come mai arrivo sempre in ritardo nel vedere le cose, nonostante nel mondo reale spacco il minuto con la mia puntualità. Leggere il seguito
Da Jeanjacques
CINEMA, CULTURA -
The Take
Quando i film si fanno ad episodi.Da queste parti ci sono almeno due sicurezze:1. Gli inglesi ci sanno fare meglio di tutti nelle serie TV2. Tom Hardy è un... Leggere il seguito
Da In Central Perk
CINEMA -
Master Blaster al Fantafestival
La camera delle bestemmie, colonna sonora : Freaks in uniform delle Horropops.La mia vita è caotica, chi mi conosce lo sa benissimo. Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Stasera alle 21,10 su Mediaset Italia 2 La cosa di John Carpenter
Anno: 1982Durata: 109'Genere: FantascienzaNazionalita: USARegia: John CarpenterLa cosa (The Thing) è un film del 1982 diretto da John Carpenter, liberamente... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA