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Ken Tai Ichi Jo: la consapevolezza dell’arma

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 29 gennaio 2016  Autore: Stefano Bresciani armi-ninja

Nel ninjutsu esiste un principio su cui si fonda l’utilizzo di qualsiasi arma, dagli shuriken (stellette) al nunchaku (flagello a due sezioni), dal jutte ai kama (coppia di falcetti), dall’hanbo (bastone corto) ai kakute (anelli con punte).

Questo principio su cui si basata tutto il combattimento armato, è il “KEN TAI ICHI JO” (“corpo e arma sono una cosa sola”).

Con il termine Ken Tai ichi Jo s’intende un principio fondamentale dell’arte del ninjutsu. Il progresso in uno stile di vita spirituale è possibile solo quando si sono superate tutte le paure legate al quotidiano. Questo principio è mal compreso da chi condanna le arti marziali come un’istigazione alla violenza o un atteggiamento antisociale.

E’ vero che  le degenerazioni nel campo delle arti marziali possono sempre manifestarsi: si possono incontrare vie che aumentano quelle tensioni interne nei loro praticanti istigando il negativo e la violenza e non facendo prevalere come fa il Ninjutsu qualità come amore, energia, responsabilità e ingegnosità.

Il sistema di combattimento del Ninjutsu ha come principio generale quello di avere vantaggio da ogni tipo di situazione con lo scopo primario di sopravvivere e secondario di supremazia. Ciò si collega a un’ altra caratteristica del Ninjutsu: l’assenza di forme o kata. Le cause di questa scelta, da parte dei maestri Ninja durante la storia, possono essere molteplici. In primis, proprio perché il ninjutsu era un’ arte forgiata sul “campo” della vita , non segue le “forme schematiche” poiché nella vita non troviamo qualcosa di schematico ma la vita e soprattutto il combattimento è qualcosa di dinamico e di vivo.

Un altro motivo è di ordine puramente filosofico-religioso: i kata, in Giappone ma anche in Cina sono stati introdotti all’interno del contesto del Buddhismo Zen , come una modalità per imparare le tecniche e “meditare nell’azione”. Il Ninjutsu invece si è diffuso all’interno del Buddhismo tantrico e quindi in esso si è data maggiore importanza all’azione spontanea ed imprevedibile, dove sono congiunti apertura e dinamismo.

Seguendo ciò, nel principio del Ken Tai no ichi, non c’è una persona che impugna un’arma o che da un colpo ma entrambi sono fusi insieme in modo non duale con la situazione. Grazie a questo principio tutto l’essere, composto da corpo-energia e mente sono in ogni colpo, producendo una potenza tale da abbattere l’avversario senza il bisogno della supremazia muscolare. Nel Ninjutsu, il torso ed in particolare l’ hara, il baricentro o centro del corpo, insieme con i movimento dei piedi fanno il lavoro principale lasciando gli arti compiere il resto, permettendo di sviluppare fluidità, coordinazione, potenza e scioltezza.

Non bisogna più pensare a un corpo che impugna un’arma, o a un’arma che condiziona il movimento del corpo, ma al corpo che si fonde con l’arma diventando un’unica cosa, in sinergia. L’energia dell’arma completa quella del corpo.

L’arma non è prolungamento del corpo, nel combattimento l’arma è il corpo!

Vi sono 4 fasi per apprendere questo concetto e renderlo concreto, mediante l’allenamento:

  1. Impratichirsi con l’arma, maneggiarla per prendere familiarità/ entrare in confidenza con essa
  2. Impratichirsi col lavoro in piedi, studiando le tecniche base di attacco e difesa previste
  3. Studiare il ma-ai nel combattimento con un’altra persona dotata della stessa arma
  4. Sentire il respiro del combattimento, il ritmo, non solo come velocità di chi ti attacca ma soprattutto come fonte di percezione, variazioni di distanze e tempi, posizioni e tecniche.

Entrare in sinergia con tutti i movimenti richiede anni di duro lavoro, con qualsiasi tipo di arma, basta scegliere quella più congeniale a te e applicare il principio ken tai ichi jo, seguendo le 4 fasi qui sopra elencate.

[parzialmente ispirato alla lettura del libro "Ninja - vol. 5" di Stephen K. Hayes]

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Nato e residente a Leno (BS) studio e pratico arti marziali dal 1994. Ho iniziato col Karate ma dopo aver insegnato per alcuni anni e ottenuto la cintura nera 3° dan ho dovuto abbandonare a causa di problemi fisici e non solo... Ho intrapreso la pratica dell'Aikido nel 2003 per stare meglio con il corpo e dopo aver superato l'esame di 2° dan ho avviato l'insegnamento nella Bushidokai ShinGiTai, associazione che ho fondato nel 2009 in qualità di Presidente. Dopo aver ricevuto il 1° livello Reiki nel 2005 ho iniziato a praticare Tai Chi, Iaido (ora cintura nera) e meditazione (Zen è la mia preferita), applicando con successo l'energia vitale in qualsiasi attività lavorativa (geometra è il mio impiego principale) e relazionale (sono felicemente sposato e padre di due splendide bimbe). Ho scritto il libro "105 modi per conoscere l'Oriente" e una trilogia di ebook sul benessere con la Bruno editore.
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