Nel ninjutsu esiste un principio su cui si fonda l’utilizzo di qualsiasi arma, dagli shuriken (stellette) al nunchaku (flagello a due sezioni), dal jutte ai kama (coppia di falcetti), dall’hanbo (bastone corto) ai kakute (anelli con punte).
Questo principio su cui si basata tutto il combattimento armato, è il “KEN TAI ICHI JO” (“corpo e arma sono una cosa sola”).
Con il termine Ken Tai ichi Jo s’intende un principio fondamentale dell’arte del ninjutsu. Il progresso in uno stile di vita spirituale è possibile solo quando si sono superate tutte le paure legate al quotidiano. Questo principio è mal compreso da chi condanna le arti marziali come un’istigazione alla violenza o un atteggiamento antisociale.
E’ vero che le degenerazioni nel campo delle arti marziali possono sempre manifestarsi: si possono incontrare vie che aumentano quelle tensioni interne nei loro praticanti istigando il negativo e la violenza e non facendo prevalere come fa il Ninjutsu qualità come amore, energia, responsabilità e ingegnosità.
Il sistema di combattimento del Ninjutsu ha come principio generale quello di avere vantaggio da ogni tipo di situazione con lo scopo primario di sopravvivere e secondario di supremazia. Ciò si collega a un’ altra caratteristica del Ninjutsu: l’assenza di forme o kata. Le cause di questa scelta, da parte dei maestri Ninja durante la storia, possono essere molteplici. In primis, proprio perché il ninjutsu era un’ arte forgiata sul “campo” della vita , non segue le “forme schematiche” poiché nella vita non troviamo qualcosa di schematico ma la vita e soprattutto il combattimento è qualcosa di dinamico e di vivo.
Un altro motivo è di ordine puramente filosofico-religioso: i kata, in Giappone ma anche in Cina sono stati introdotti all’interno del contesto del Buddhismo Zen , come una modalità per imparare le tecniche e “meditare nell’azione”. Il Ninjutsu invece si è diffuso all’interno del Buddhismo tantrico e quindi in esso si è data maggiore importanza all’azione spontanea ed imprevedibile, dove sono congiunti apertura e dinamismo.
Seguendo ciò, nel principio del Ken Tai no ichi, non c’è una persona che impugna un’arma o che da un colpo ma entrambi sono fusi insieme in modo non duale con la situazione. Grazie a questo principio tutto l’essere, composto da corpo-energia e mente sono in ogni colpo, producendo una potenza tale da abbattere l’avversario senza il bisogno della supremazia muscolare. Nel Ninjutsu, il torso ed in particolare l’ hara, il baricentro o centro del corpo, insieme con i movimento dei piedi fanno il lavoro principale lasciando gli arti compiere il resto, permettendo di sviluppare fluidità, coordinazione, potenza e scioltezza.
Non bisogna più pensare a un corpo che impugna un’arma, o a un’arma che condiziona il movimento del corpo, ma al corpo che si fonde con l’arma diventando un’unica cosa, in sinergia. L’energia dell’arma completa quella del corpo.
L’arma non è prolungamento del corpo, nel combattimento l’arma è il corpo!
Vi sono 4 fasi per apprendere questo concetto e renderlo concreto, mediante l’allenamento:
- Impratichirsi con l’arma, maneggiarla per prendere familiarità/ entrare in confidenza con essa
- Impratichirsi col lavoro in piedi, studiando le tecniche base di attacco e difesa previste
- Studiare il ma-ai nel combattimento con un’altra persona dotata della stessa arma
- Sentire il respiro del combattimento, il ritmo, non solo come velocità di chi ti attacca ma soprattutto come fonte di percezione, variazioni di distanze e tempi, posizioni e tecniche.
Entrare in sinergia con tutti i movimenti richiede anni di duro lavoro, con qualsiasi tipo di arma, basta scegliere quella più congeniale a te e applicare il principio ken tai ichi jo, seguendo le 4 fasi qui sopra elencate.
[parzialmente ispirato alla lettura del libro "Ninja - vol. 5" di Stephen K. Hayes]
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