Voi non avete idea, non potete avercela. Non potete sapere quante cose ho scritto, e poi cancellato, riscritto e cancellato di nuovo.
Parti da qua, no parti da là, dilungati su questo, no non farlo, buttala sul personale, no rimani sul generico… insomma, come diceva Cioran “A furia di cambiare atteggiamento nei confronti del sole, non so più da che parte prenderlo”. Sostituiamo la parola sole con qualsiasi altra, il risultato non cambierà (proprietà invariantiva?).
Sono indecisa, sono confusa, sono annoiata e, dopo i risultati delle recentissime elezioni, sono pure parecchio spaventata e però uffa la vita continua, il gas deve essere usato solo per cucinare e riscaldare la casa, le otto ore vanno fatte, i figli vanno cresciuti e bla bla bla bla, bisogna tenersi su (su Valeria su) e allora vai con un gran dispiego di strategie, alcune complicate e perlopiù inefficaci, altre terra terra e guai a non avercele.
Tra quelle terra terra io personalmente applico e consiglio: andare in palestra (è difficile angosciarsi per lo spread quando salire o scendere le scale procura fitte lancinanti a glutei e gambe), leggere libri ben scritti (e con leggere intendo leggere e non fissare le pagine pensando all’inspiegabile legge elettorale italiana), guardare bei films e ascoltare bella musica.
Il post di oggi (alla buon’ora!!!!!) vuole essere il mio regalo a voi in questo momento di tregenda, nonché la prova provata che perlomeno le ultime due cose che ho elencato fanno bene allo spirito (quasi) in ogni condizione. Eccomi dunque alfine costretta a giocare il carico, ma è per una buona causa e non lo rimpiangerò (non fino al prossimo post perlomeno, dove riprenderò a battere la testa al muro).
Non un frammento tradizionale questa volta, ma il frammento di un film, un film dentro al film, accompagnato da una canzone (Just dropped in di Kenny Rogers and The First Edition) che pur non essendo un capolavoro in senso assoluto (e neanche in senso relativo forse), si adatta così meravigliosamente alla sequenza da esserne parte in maniera indissolubile (voglio dire … non potrei più pensare a questa scena accompagnata da un’altra canzone).
Il film, come avrete già capito dall’immagine, è il mio preferito da sempre (e per sempre), Il Grande Lebowski dei fratelli Coen. Se, come mi risulta difficile credere, esiste qualcuno che non lo ha ancora visto per educazione vi informo che io ne possiedo il dvd ma mi è doveroso pure avvisarvi che lo presto malvolentieri
. Ho ad ogni buon conto predisposto il solito comodo link, leggete se siete dei precisini come me ma ricordatevi che molto spesso un film non rende a parole, e questo non fa eccezione. E’ così difficile darvene un’idea che rinuncio perfino a introdurvi il frammento, dirò solo che questa scena è un sogno (drogato). Se anche voi volete dimenticare chi siete, cosa fate ma soprattutto dove state andando, non lasciatevi sfuggire questa occasione di “perdervi” per un po’ (è legale ed è gratis, attenzione però … potrebbe dare assuefazione):Il link al brano completo
Vengo spesso accusata di parlare molto, di dire troppo, di mirare spietatamente al centro del bersaglio; spero questa volta di avervi dimostrato che posso essere diversa, spero cioè di avere centrato spietatamente il bersaglio … per sottrazione però, più che per accumulo.
p.s.: chi pensa che Jeff Bridges – The Dude sia un gran figo anche con la pancetta e una ridicola salopette bianca urli insieme a me “JEFF, SONO QUI, SONO QUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII).
Cinque stelle al prodotto finito (musica NEL film) …. yeah yeah oh yeaaaahhhh what condition my condition was in