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Kenya / Diritto allo studio e sciopero degli insegnanti /Governo al guado

Creato il 05 settembre 2012 da Marianna06

Kenya1

 

Da alcuni giorni è in corso in tutto il Paese un massiccio sciopero degli insegnanti (secondo la stampa keniana si tratterebbe di 280 mila persone)  e, in queste ore, si spera che venga trovata, presto, molto presto, un’intesa tra i rappresentanti del governo e i sindacati degli insegnanti.

Partecipa all’incontro anche l’attuale ministro del Lavoro John Munyes.

La situazione è critica e riguarda i docenti di tutte le scuole pubbliche di ogni ordine e grado.

L’anno scolastico in Kenya termina il 24 settembre.

 Pertanto si teme, specie da parte delle famiglie,che pagano salata  l’istruzione dei loro figli, per una non adeguata conclusione delle lezioni e i  relativi esami.

Ai docenti delle scuole primarie e secondarie si sono uniti, in seguito, anche i “lettori” universitari.

La motivazione dell’astensione dall’attività didattica riguarda gli stipendi , ritenuti particolarmente bassi rispetto al carovita e ,comunque, con un potere d’acquisto del 25% in meno rispetto a quelli degli altri dipendenti pubblici.

A questo punto c’è da dire proprio che tutto il mondo è paese.

Un insegnante del Kenya guadagna mediamente 15 scellini al mese, che sono l’equivalente dei nostri 140 euro. Rapportati, ovviamente, al costo della vita laggiù.Ma sempre molto pochi per mantenere una famiglia con dignità.

Per di più c’erano state delle promesse di aumenti stipendiali, mai mantenute, fino dal 1997.

Oggi la richiesta di aumento in soldoni è di un incremento salariale del 300%  su quegli accordi del ’97.

Non sarà facile accontentare  le richieste, considerando le difficoltà di natura economico-finanziaria, che riguardano l’intero Paese di questi tempi.

E poi ci sono altre categorie di lavoratori anch’essi pronti a scendere in piazza e per i medesimi motivi.

Quelle che saranno le decisioni, in merito alla vertenza degli insegnanti ma non solo, sarebbe auspicabile che le autorità tenessero conto anche della prossimità dell’appuntamento elettorale in Kenya (nuovo parlamento e nuovo presidente della Repubblica), fissato per il mese di marzo 2013.

Non si vorrebbe, insomma, un nuovo clima di tensione, con tutte le conseguenze, non difficili da immaginare, come fu per le elezioni del 2007.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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