Nonostante i momenti di difficoltà politica ed economica degli ultimi anni,il Kenya rimane comunque nel continente africano uno dei Paesi che continua a mantenere, attualmente ,una certa stabilità di sistema per cui non è affatto sbagliato provare ad investirvi i propri capitali.
E, accanto alle agevolazioni governative per gli investitori stranieri, che risultano essere decisamente appetibili( esiste, infatti, una vasta gamma di settori, dall'agricoltura al turismo, passando per le società di servizi ) c'è anche chi ,in loco ,come l'Athi River, un gruppo finanziario keniota, attivo nell'edilizia, nell'industria mineraria ed in quella dei fertilizzanti, ha scelto di espandersi in Africa ed investire in Tanzania ed in Sudafrica.
La scelta scaturisce ovviamente dalla voglia di ampliare il proprio giro d'affari.
Scendendo nel concreto c'è in progetto da parte del gruppo di costruire un cementificio in Tanzania all'inizio del 2012, che dovrebbe produrre almeno 1,5 milioni di tonnellate di cemento annue.
E subito dopo sarà la volta del Sudafrica ovviamente.
Questo significa far girare denaro e creare possibilmente opportunità lavorative nei Paesi destinatari, dove è noto che c'è ricerca affannosa di occupazione, accanto ai tecnici, che sicuramente proverranno invece dal Kenya stesso.
Le aspettative sono piuttosto rosee se si considera che l'Athi River ,a Mombasa, già produce, oggi come oggi, almeno 650 mila tonnellate annue di cemento.
Se le cose funzioneranno per il gruppo keniota l'intento è anche quello d'investire, nell'arco di cinque anni, a livello internazionale.
Cioè fuori dall'Africa.
E vorrebbe cimentarsi essenzialmente nel settore dei trasporti e del turismo, che in genere non conosce crisi.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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