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Kenya: le ragazze dicono "no" all'infibulazione

Creato il 31 ottobre 2011 da Marianna06

Che cosa sia l'infibulazione lo abbiamo appreso man mano che i flussi migratori dall'Africa verso l'Europa si facevano più frequenti e numerose erano le presenze di giovani donne nel nostro Paese.

Ovviamente quando si tratta di affrontare l'argomento "infibulazione" gli africani e le africane glissano.

Lo faceva lo stesso Ki-Zerbo,uomo di cultura  che, in qualche circostanza, minimizzava la "cosa" parlando sempre e solo di retaggio culturale appartenente al passato e oggi quasi del tutto scomparso.

Certamente in parte è così.Nel senso che l'infibulazione è una pratica che in Africa avviene più nei villaggi rurali, culturalmente più tradizionalisti e  dove la popolazione è anche  meno alfabetizzata, che nelle città.

Tuttavia ,in questi giorni, è notizia che alcune ragazze masai del Kenya, per sfuggire a questa pratica "barbara", rispetto a quelli che noi chiamiamo costumi civili e che nel nostro secolo dovrebbero essere ormai universali, si sono dovute allontanare dalle loro rispettive famiglie e andare a Norok, cioé a circa duecento chilometri ad ovest di Nairobi.

Qui esse sapevano di trovare accoglienza presso il reverendo Jacob Momposhi Samperu, un pastore protestante, che ha aperto appunto una "casa", denominata "Speranza per le ragazze Masai", allo scopo di porre fine in qualche modo a questa pratica crudele.

Pratica contro la quale le autorità locali purtroppo non intervengono, lasciando un vuoto molto disdicevole, proprio in nome della difesa di un retaggio culturale, che sa del peggior medioevo.

Crescere per queste giovani donne è importante anche e sopratutto sul piano culturale.

Significa, in parole povere , emancipazione vera.

E questo può essere ed  è un primo passo.

C'è da augurarsi solo che le promesse fatte dall'organismo, sorto  al momento per questo scopo, siano mantenute e le finalità per cui è nato non devino dall'iter prospettato inizialmente.

Di questi tempi, sotto qualunque cielo, la prudenza non è mai troppa.

E non solo in Kenya o in Africa.

 

 A cura di Marianna Mcheluzzi (Ukundimana)

Infibulazione2


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