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Kenya / Lo zucchero fa registrare buoni utili

Creato il 12 settembre 2011 da Marianna06

Un altro nuovo segnale di ripresa, che giunge dal Kenya,riguarda lo zuccherificio kenyota Mumias.

La chiusura dell'anno finanziario della società, avvenuta il 30 giugno scorso, secondo i "media" locali, ha evidenziato, infatti, una crescita annuale di quasi il 27 per cento degli utili (esente tasse ) ricavati dalle vendite del prodotto.

Questo, quasi certamente, è stato possibile grazie ad una sempre più ottimale gestione degli impianti così come ad una crescita esponenziale delle esportazioni tanto verso l'Europa che verso il mercato interno.

In soldoni,riferisce un comunicato ufficiale della Mumias, si tratta di utili per una cifra pari a 14 milioni di euro cotro gli 11 milioni dell'anno precedente.

La quantità di zucchero esportato(zucchero di canna) in Europa è stata, per questo solo anno economico , qualcosa pari a 15mila tonnellate di prodotto.

Fin qui tutto bene e la notizia è più che positiva.

Specie per i lavoratori e  le loro famiglie, perché significa occupazione certa.

Ma ci siamo mai chiesti cosa c'è dietro quella bustina di zucchero di canna che, al mattino, al bar, frettolosamente disinvolti , noi rovesciamo, dopo averla aperta, nel nostro caffé o nel nostro cappucino?

Credo proprio di no.

Se partiamo dal vicino, mi domando quale sia la paga e le effettive condizioni di lavoro degli operai della Mumias.

E mi piacerebbe avere risposta.

Andando, invece, un po' più lontano nella "catena", non sarebbe male vedere con i propri occhi la fatica autentica, sotto il sole d'Africa, dei tagliatori di canna e sopratutto l'entità del loro salario, sicuramente molto molto "stenterello".

Canna da zucchero non diversamente,dunque, dalla raccolta del caffé, del cacao o del cotone!

E il leit-motiv è sempre lo stesso : sfruttamento del lavoratore per rigonfiare di banconote il portafogli del "padrone", non importa chi esso sia, e titillare piacevolmente, il gusto o l'olfatto del cliente esigente in modo che egli riacquisti.

Una precisazione: la schiavitù dei tagliatori di canna da zucchero, in passato, è  stata solo  in parte frenata,a detta degli storici del settore, dalla scoperta della barbabietola da zucchero e dalla sua coltivazione.

Il meno peggio,insomma.

Anche se certe modalità di lavoro sono dure a morire sopratutto ,quando e se, la manodopera, per forza di cose, è a buon mercato.

E i sindacati sono inesistenti.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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Ma ovviamente non dovunque.


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