Come altri Paesi della regione (si è già fatto riferimento, giorni fa, al dramma somalo) anche il Kenya sta sperimentando gli effetti di una persistente siccità.
Ha reso nota la situazione incresciosa la Croce Rossa Internazionale, che ha anche lanciato un appello per una richiesta di raccolta fondi per un'emergenza immediata.
Il problema però non riguarda solo la mancanza d'acqua e le sue drammatiche ripercussioni su agricoltura, allevamento e salute pubblica.
C'è anche l'abbandono scolastico specie da parte dei bambini di sesso maschile.
Questi , infatti, sono costretti a lasciare la scuola in quanto avviati dalle stesse famiglie, per strette ragioni economiche di sopravvivenza, a fare i pastori migranti.
Delle bambine, nel documento, non si fa specificamente cenno anche perché ,in una società agro-pastorale e a quelle latitudini, poiché la scuola si paga e tasse e divisa sono costose, esse si occupano quasi sempre dei lavori domestici, della crescita dei fratelli minori e, magari, danno una mano alle mamme o alle sorelle maggiori nel lavoro dei campi.
Ed è, ahimé, la cosa più normale di questo mondo !
Resta comunque, al di là della stretta necessità, o di certe mentalità più o meno discutibili ma consolidate nel tempo da ancestrali consuetudini ,l' urgenza di un serio intervento da parte della comunità internazionale per evitare il peggio a breve termine.
Un peggio che è anche un "costo" culturale per il Kenya.
E, a ben pensarci, non solo del Kenya.
Di fame e di sete certamente si muore ,e malamente pure, ma anche essere deprivati di un minimo d'struzione di base, nel XXI° secolo, è cosa molto grave.
E' proprio il voler mettere la parola fine ad ogni forma di fruizione nei confronti del mondo del sapere e quindi di ogni possibile creatività a venire.
Qualcosa di veramente assurdo e delittuoso insieme.
Anche se questi contadini e questi pastori poveri non ne hanno certamente colpa.
Di contro, anche nell'Africa occidentale,mesi fa, l'abbondanza di piogge fuori stagione(il clima è ormai fuori controllo quasi ovunque) ha causato danni notevoli nel settore dell'agricoltura, della pastorizia e messo fuori di casa centinaia di persone, che hanno dovuto abbandonare repentinamente le proprie abitazioni a causa di veri e propri alluvioni.
E, con l'abbandono delle case ovviamente, anche le proprie routinarie abitudini come, ad esempio, raggiungere la scuola o andare al lavoro.
Insomma la "cosa" è sufficientemente seria e merita(mi pare) tutta la nostra attenzione.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

