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Kenya | Sale di canna: insolito e coraggioso

Da Traveltotaste

Kenya | Sale di canna: insolito e coraggioso

Ci sono prodotti che, più di altri, sono il frutto del coraggio e della fatica. Il sale di canna, originario del Kenya, è uno di questi. L’ho scoperto al Salone del Gusto di Torino e assaggiarlo è stata una sorpresa.

L’erba muchua cresce nelle zone paludose intorno al fiume Nzoia e raggiunge un’altezza di circa due metri. Quando i suoi fiori appassiscono e le foglie più in alto seccano, cedendo alla forza del sole africano, la canna è pronta per essere raccolta, essere legata in fasci e lasciata essiccare, prima di essere bruciata lentamente per giorni. La cenere ottenuta viene poi mescolata con acqua calda, filtrata e bollita. Quando il liquido evapora completamente, rimane sul fondo della pentola una poltiglia salata che viene raccolta in foglie di banana e lasciata sotto la cenere calda per un’intera notte. Il prodotto finale è fortemente sapido, quasi impossibile da assaggiare da solo e da utilizzare con molta parsimonia.

Estrarre il sale da questa pianta prevede una lavorazione lunga e impegnativa, che è stata tramandata attraverso i secoli di generazione in generazione. Purtroppo oggi la deforestazione ha causato l’abbassamento del livello del fiume e, di conseguenza, la diminuzione delle zone paludose.

Dal 2009 il sale di canna del fiume Nzoia è presidio Slow Food, che promuove un progetto di rimboschimento e tutela i trenta produttori che, a loro volta, stanno definendo un disciplinare di produzione.

La natura è straordinaria nel donare i propri frutti, bisogna però saperli apprezzare e proteggere.


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