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Corea del Sud 12/4/2013 - Il segretario di Stato americano, John Kerry, è arrivato oggi in Corea del Sud dove avrà, tra l'altro, colloqui con il ministro degli Esteri, Yun Byung-se, nel mezzo delle minacce di guerra da parte della Corea del Nord.La visita a Seul rappresenta la prima tappa della missione in Estremo oriente che porterà Kerry a Pechino e a Tokyo. Il segretario di Stato, che ieri ha partecipato al G8 di Londra, è atterrato - ha riferito l'agenzia Yonhap - in un aeroporto della capitale sudcoreana alle 7.30 ore italiane.
Da Seul, il segretario di Stato John Kerry ha proposto aiuti a Pyongyang in cambio della sospensione dei programmi nucleari.
“Non accettiamo la Corea del Nord come potenza nucleare – dice John Kerry – è una posizione che ci vede completamente d’accordo. La retorica che abbiamo sentito da Pyongyang è semplicemente inaccettabile da qualsiasi punto di vista”.
Mentre Washington ha ribadito che difenderà nel caso di attacco i propri alleati nella regione, resta l’allerta in Giappone.
Cina
Cina e Stati Uniti sulla stessa linea d’onda auspicano la denuclearizzazione della penisola coreana e l’apertura di una nuova fase di dialogo nell’area.
Il segretario di stato Usa John Kerry sabato ha fatto tappa a Pechino dove ha incontrato il presidente Xi Jinping e il premier Li Keqiang a cui ha chiesto di intensificare la pressione su Pyongyang perchè torni al tavolo delle trattative.
Dallo scenario disegnato dai servizi di intelligence Usa emerge la possibilità tecnica di un lancio di un missile da parte del regime sudcoreano. Il Giappone, paese bersaglio, si prepara da giorni all’eventualità ed ha installato nel centro di Tokio le sua batterie di difesa. E’ proprio qui che Kerry arriverà domenica.
In Corea del Nord si stanno mettendo a punto gli ultimi preparativi per le festività del 15 aprile, il “Giorno del Sole” che coincide con il 101 esimo compelanno del “presidente eterno” Kim Il-Sung. Il lancio del missile potrebbe coronare le celebrazioni ed aprire scenari drammatici nella regione.
VIDEO - Accord sino-américain pour la dénucléarisation de la péninsule coréenne
Giappone
Gli Stati Uniti sono pronti a difendere gli alleati asiatici da un attacco della Corea del Nord. Parola del segretario di Stato John Kerry, a Tokyo per l’ultima tappa del suo tour in oriente. Il responsabile della politica estera di Washington ha ottenuto da Giappone, Cina e Corea del Sud l’impegno ad agire per denuclearizzare la penisola coreana:
“La nostra volontà è quella di negoziare e ricercare la strada della pace nella regione – ha detto Kerry incontrando il ministro degli Esteri giapponese, Fumio Kishida – Speriamo, qualunque siano le considerazioni e le paure del Nord verso gli Stati Uniti e gli altri Paesi, che Pyongyang si dimostri responsabile e sieda al tavolo dei negoziati”.
Washington si tiene pronta a un attacco improvviso, così come Tokyo e Seul, anche se per la Corea del Sud il lancio di missili Musudan da parte di Pyongyang non è più imminente.
Resta in prima pagina la retorica bellica del regime nordcoreano, secondo cui l’apertura al dialogo è solo un trucco per nascondere la volontà di scontro:
“Dobbiamo rafforzare, in qualità e quantità, la potenza nucleare – ha detto di fronte ai militari Kim Yong-nam, presidente dell’Assemblea Suprema popolare della Corea del Nord – la vita della nazione e il tesoro nazionale della Corea riunificata non possono essere barattati, e dobbiamo intraprendere un’azione a tutto campo contro gli Stati Uniti per far fronte a questo tempo di guerra”.
L’ultima minaccia di Pyonyang riguarda l’invio dal Sud di volantini attaccati a palloncini: “Seul dovrà affrontare una ‘situazione catastrofica’ se non interromperà la propaganda”.
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