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Wall Street. Eric Dale, uno dei capi settore di una grossa banca di credito finanziario, viene licenziato in tronco. Ha solo pochissimo tempo per prendere i suoi effetti personali ed andarsene. Fa in tempo però a consegnare una chiavetta di computer al giovane analista Peter Sullivan dicendogli di fare attenzione. Peter, dopo che i suoi compagni di lavoro sono usciti, scopre che i dati che emergono dai file di Eric dicono che la banca, appoggiandosi su azioni virtuali, ha le ore contate. Sullivan mette in allarme le alte sfere e si convoca nella notte una riunione di emergenza. Bisogna decidere in tempi rapidissimi il da farsi o il crollo dell'Istituto sarà verticale. Le scelte da compiere dovranno fare (o non fare) i conti con l'etica.
Per decidere chi celebrare questo mese di luglio si è scatenata una sorta di lotta "fratricida" tra i componenti del solito gruppo di blogger cinefili diviso nel sostenere i contendenti: Sylvester Stallone e Kevin Spacey. Ha vinto, come si può vedere, Kevin Spacey. Io avevo votato Stallone. Ciò non significa che io non apprezzi il buon Spacey, anzi, lo considero forse uno dei migliori attori in circolazione, semplicemente avevo scelto la via più facile e sanamente tamarra.Oltretutto per rendergli degno onore ho scelto un film con cui, debbo ammetterlo, ho avuto un rapporto un po' travagliato. La prima volta che ho visto "Margin Call" non sono andata oltre la mezz'ora...sono collassata addormentata sul divano, per svegliarmi durante i titoli di coda. E' andata decisamente meglio questa volta, almeno sono arrivata alla fine.
Piaciuto??Si, a conti fatti direi di si.
"Margin Call" è il racconto dell'inizio della crisi del 2008 visto dall'interno di una grossa banca di investimenti, vissuto tutto in una notte, raccontato benissimo, scritta in maniera esemplare.
In "Margin Call" Kevin Spacey è Sam Rogers un uomo dedito al suo lavoro, una presenza sempre fedele all'azienda, eppure, non certo uno squalo visto che si ritrova con un capo più giovane di lui e probabilmente più spietato. Un uomo che, con il trascorrere della notte, sembra essere stanco, eppure alla fine decide di marciare compatto anche lui verso un unico scopo, il salvataggio dell'azienda, senza sapere se per lui sarà successo o rovina.
Una performance, perfetta, eppure, per il festeggiato di oggi, quasi insolitamente misurata.
Perché qui non è solo il nostro Spacey a brillare, ma è tutto il cast, su cui brilla un luciferino Jeremy Irons, ad essere misurato e davvero credibile (persino Demi Moore riesce a non sfigurare).
Un film lento, lentissimo quindi, che tratta in maniera compassata un argomento ostico.
Una pellicola diretta elegantemente, forse non per tutti, forse non il mio Spacey preferito, ma che conferma l'immensa classe di questo grande attore.
E allora, anche se non mi leggerà mai, tanti auguri Mr.Spacey!Ed ora...musica....insieme a:
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