Si chiama Movimento nazionale per il cambiamento e mette insieme islamisti, ex comunisti e nazionalisti arabi.
Un’amalgama certo non facile se letta da osservatori occidentali e dubbiosi su le aspettative a breve termine della nascita di un Sudan tollerante e democratico.
L’obiettivo è comunque risolvere “il problema a Khartoum”.
Ossia vale a dire “il che fare” del governo del presidente Omar Hassan al-Bashir.
E qui le volontà convergenti sono unanimi.
Occorrerà tuttavia analizzare le differenti modalità di programma di sistema politico, per poter dire che un’intesa reale e fattuale tra le parti può scaturire
Il Movimento, riferisce il portale di informazione Africa Review, è frutto di un’alleanza tra 28 organizzazioni e soggetti politici differenti.
Il problema del Sudan non sta in Darfur né nel Nilo Blu ma, essenzialmente ,a Khartoum.
Khartoum che,com' è noto, è una città politicamente e socialmente difficile.
Un contesto in cui , almeno per parte nostra,le confessioni cristiane e i pochi cattolici rimasti (congregazioni religiose come quella dei salesiani), devono assolutamente muoversi con molta cautela.
Quanto sopra è ciò che è stato detto ufficialmente ,in riferimento ai conflitti regionali , quelli che lacerano attualmente il Paese, da uno dei fondatori del Movimento.
Ed è un'analisi per molti aspetti abbastanza corretta.
La nuova piattaforma del Movimento è nata di recente dall’iniziativa di otto intellettuali islamisti.
Essi, già in ottobre, avevano annunciato di aprirsi a realtà diverse da un punto di vista religioso e culturale.
Secondo Abdul Aziz Al Sawi, un ex dirigente del partito socialista Baath, uno degli obiettivi del Movimento è quello abbattere il muro che divide laici e islamisti.
Si riuscirà in un intento del genere? Quali le reazioni dei sostenitori dell’attuale potere politico?
E, ancora, come metterla con i fondamentalisti islamici , abili a insinuarsi dove s'intravede una crepa ?
La presentazione al pubblico dell’alleanza è coincisa con l’avvio a Khartoum di un dialogo politico tra il Partito del Congresso nazionale di Bashir e le principali forze di opposizione.
Dialogo spinoso, direi, le cui ferite tocca , come sempre e un po' dovunque, alla gente comune riuscire poi in qualche modo a medicare da sé.
Perché il potere , quale che esso sia, prende a piene mani ma, difficilmente ,dà qualcosa in cambio.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)