Mi chiedono spesso perché abbia dipinto di rosso il mio esercito di soldatini di plastica.
Alla domanda alzo gli occhi al cielo.
Altre volte, quando le domande sono accompagnate da mezzi sorrisi e occhiate compassionevoli, digrigno i denti e mi calo nel personaggio che loro deridono.
"Sangue per il Dio del Sangue!" Urlo brandendo un'ascia immaginaria.
Di solito è il momento in cui vengo lasciato in pace.
Quando gli altri se ne vanno sono felice; restano soltanto le miniature sul tavolo, pronte alla battaglia.
Il mondo è stupido.
Nessuno chiede mai la provenienza di tutto quel rosso. Il mondo non vede i tagli e, si sa, l'acrilico non basta a soddisfare un dio.