Anno: 1989
Nazionalità: Giappone
Genere: Animazione
Durata 102′
Regia: Hayao Miyazaki
Distribuzione: Lucky Red Distribuction
Uscita: 24 Aprile 2013
Kiki è una giovanissima strega. Ha compiuto 13 anni e per lei è giunto il momento di andare via di casa per l’apprendistato che ogni strega rispettabile affronta, per un anno lontano dalla propria casa. Quale città scegliere? Certamente una vicina al mare. Accompagnata dall’inseparabile e divertente gatto Jiji, Kiki intraprende il suo viaggio. Ma la vita nella nuova città di Korica non sembra come l’aveva sempre immaginata nei suoi sogni da bambina.
La gente pare non curarsi molto di lei. Ma Kiki è una ragazza tenace e, aiutata dalla panettiera della città, cercherà pian piano di ambientarsi in quella che sarà per un po’ la sua nuova casa.
Con Kiki-Consegne A Domicilio torna al cinema un altro splendido film del grande Hayao Miyazaki, che con questa nuova produzione già conosciuta in Giappone da molti anni ha trasposto sul grande schermo il romanzo di Eiko Kadono. Un romanzo di formazione, che fa fare i conti anche a una giovane strega con la realtà moderna, fatta di abiti più corti, colorati, con tagli diversi da quello della tradizionale divisa da apprendistato. Kiki è una giovane ragazza determinata, che si butta a capofitto in tutto quello che fa, che intraprende a tredici anni un percorso che lascia esterrefatti i suoi coetanei “cittadini”. Lei che viene dalla campagna, e si rende indipendente sin da adolescente, che è gentile ma anche molto decisa. La crescita di una futura donna che dall’oggi al domani abbandona casa e affetti, per trovare l’indipendenza. Un’indipendenza che costa molto, magari all’inizio, per le difficoltà che si possono incontrare. Ma la gente sa essere gentile, non tutti sono di corsa, sospettosi e indaffarati, e nella figura della panettiera si rispecchia bene l’idea di un adulto che intenerito da una giovane donna così coraggiosa decide di aiutarla, dandole alloggio e un lavoro.
Toccante film d’animazione, Kiki è un’altra perla del maestro Miyazaki, un maestro davvero, che riesce con leggerezza e delicatezza ad affrontare qualunque tema, che sia la crescita e l’abbandono temporaneo delle proprie certezze e sicurezze anche in termini economici, o, come per Porco Rosso, temi politici in un certo senso. C’è sempre una grande mano, una grande regia, tutto torna perfettamente, nulla è mai fuori posto. Qui c’è una grande spensieratezza ma anche determinazione del personaggio protagonista a cui subito ci si affeziona, o che almeno intenerisce, ma che è anche fragile, tutte caratteristiche tipiche degli adolescenti di soli tredici anni. Una riflessione su come una ragazza oggi possa fare i conti con una realtà che la espone a molti stimoli, sopratutto a livello culturale; e per una ragazza giapponese è la presa di coscienza che la città può offrire tanto ma anche pretendere che si sia molto disponibili ad adattarsi all’inizio. Ma col tempo e la costanza si impara a convivere con le nuove realtà. Kiki è un film su un viaggio probabilmente, che, oltre a quello della protagonista, è quello di ognuno di noi nel momento in cui deve reinventarsi tutto daccapo.
Valentina Marchetti