Magazine Animazione
Se giusto qualche giorno fa mi lamentavo sonoramente per il mancato arrivo a distanza di 4 anni di quel capolavoro di Mr. Nobody, ora non posso che osannare come una fan sfegatata la Lucky Red. Andrea Occhipinti sembra infatti aver a cuore i prodotti dello studio Ghibli e dopo aver consegnato ai cinema italiani La collina dei papaveri, delizia ora il pubblico con questa piccola gemma di ben 24 anni fa.
Kiki consegne a domicilio è davvero una piccola gemma, non di quelle grandi e piene di potenzialità come Totoro, Ponyo o La città Incantata, ma comunque una piccola gemma splendente e emozionante.
Il film di animazione, il quinto nella filmografia del maestro Miyazaki all'interno del Ghibli, è infatti piacevole e scorrevole, capace di emozionare e di far sorridere -e ridere- in modo spensierato e delizioso.
I tratti distintivi ci sono tutti: una bambina protagonista, la sua ricerca di un posto nel mondo, un pizzico di magia e un'amicizia (anche più di una) speciale.
La protagonista, una streghetta di 13 anni nel suo anno di praticantato che deve trovare la sua città in cui insediarsi, è infatti una ragazza caparbia e fragile capace sempre di risollevarsi, grazie anche a personaggi di buon cuore. Kiki, arrivata in una grande città a metà strada tra Parigi e Francoforte -indubbiamente europea, quindi- dopo l'iniziale scoraggiamento troverà il modo per aiutare, per essere aiutata e per crescere. Assieme a lei il buffissimo gatto nero Gigi, vera spalla comica della pellicola, e un contorno di personaggi stralunati e teneri.
Come spesso ripete Kiki per manifestare il suo stupore, il tutto è stupendo! Non infantile, non immaturo, non zuccheroso all'eccesso ma stupendo, sì.
Miyazaki ancora una volta colpisce al cuore, regalando una pausa di dolcezza e serenità adatta a grandi e piccini.
Nelle roccambolesche avventure di questa giovane strega che all'interno di un panificio avvia un servizio di consegna a domicilio, c'è spazio pure per l'azione, con un finale quasi al cardiopalma dove i silenzi ben piazzati lasciano il fiato in sospeso. Il vero finale poi, tra le note di una bellissima canzone, diverte e commuove regalando una conclusione ai protagonisti cosa non sempre presente nello studio Ghibli.
Insomma, l'attesa non è stata affatto vana e dopo 24 anni poter godere di questo piccolo grande capolavoro è pura gioia!
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