Kill’em All

Creato il 27 luglio 2012 da Tnepd

Del beagle non si butta via niente

È un periodo difficile per me.
Specie da quando degli stupidi animalisti hanno rubato il cucciolo di beagle della mia ragazza.
Sì, anche la mia ragazza ha un beagle, e pratica la vivisezione.
In realtà non conduce alcuna ricerca, lo fa solo perché è divertente.
E perché la sofferenza avvicina al paradiso dei cani, come ripete spesso al suo commercialista prima di amputargli un dito del piede.
Va da sé che è incredibile come un beagle riesca a sopportare il dolore, quel pulcioso bastardo: non guaisce sin quando, dopo averlo spruzzato con alcol, sale e limone sulla carne nuda delle sue ferite aperte, lo scuote fino a farlo svenire.
Curiosamente questo è anche il segreto per la riuscita di un’ottima tequila bum bum.

Che poi a me i beagle sono sempre stati sui coglioni, con quella pretesa assurda di somigliare a Snoopy.
Ma tu, amico animalista, sei consapevole che il beagle è un cane da caccia? Ti rendi conto di avere messo in libertà un piccolo esercito di killer di fagiani? Perché nessuno si preoccupa dei fagiani?
Sarebbe l’uovo di Colombo: praticare la sperimentazione sui fagiani anziché sui beagle. Se solo i ricercatori non fossero così ghiotti di fagiano arrosto.
Senza contare che la vivisezione è un eccellente stratagemma per tenere migliaia di sadici lontani dai centri delle nostre città.

A volte mi chiedo per davvero se i ricercatori che utilizzano animali lo fanno per amore della scienza o per crudeltà.

“Ehi professore, guardi questa scimmia allo stadio terminale! Quando fuma il sigaro è uguale a Don Gallo!”.

Oppure semplicemente perché condurre esperimenti su animali è un compromesso tra costi e benefici a cui la moderna medicina, al momento, non può ancora rinunciare.

“Sei una bestia! Dovrebbero farla a te la vivisezione! No alle crudeltà sugli animali! Noi la crisi non la paghiamo! Gelmini, Gelmini, vaffanculo! Mandela libero!”.

Hai ragione, amico animalista, forse ho esagerato.
Ehi, mi piace molto il tuo nuovo colore di capelli!
Chissà quanti conigli e maiali hanno sofferto per far ottenere quel fantastico rosso cinquantenne in crisi di mezza età che non sa più cosa farsene di tutti quegli assorbenti. Oh, ma era un prodotto “Cruelty-Free”, come tutti i cosmetici che utilizzi, assolutamente. Come se fosse difficile per le multinazionali sporche e cattive esporre il bollino “Prodotto non testato sugli animali”.
Quel, prodotto.
Basterebbe specificare se anche i test che vengono fatti sui singoli componenti lo sono, o se comprano materie prime da altre aziende che praticano la sperimentazione sugli animali.

Amico animalista, sei un ipocrita del cazzo: vuoi veramente danneggiare gli interessi dell’industria farmaceutica? Smetti di comprare medicine. Le medicine sono tutte testate sugli animali.
La prossima volta che tuo figlio è prosciugato dalla gastroenterite, invece di somministrargli il Peridon mostragli il filmino di un beagle su YouTube e continua a raccogliere merda e vomito.

Amico animalista, ti auguro di morire di un cancro al culo la cui cura definitiva venga scoperta solo pochi giorni dopo il tuo decesso grazie ad uno studio effettuato vivisezionando graziosi coniglietti.

Amico animalista, sei solo un mitomane che si aggira con cesoie e videocamera nei pressi degli allevamenti di animali da laboratorio o da pelliccia per sentirti un figo come Edoardo Stoppa.
Ma quando torni a casa non trovi Juliana Moreira che ti fa un pompino.

(Fed feat. Essere Disgustoso di Umore Maligno)


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