Kill your darlings: uccidi il personaggio che il pubblico ama

Creato il 25 giugno 2012 da Fant @fantasyitaliano

Articolo originariamente pubblicato su Finzioni.

!Contiene spoiler sulla prima stagione de Il Trono di Spade e sull’omonimo libro!

C’è almeno un altro scrittore di genere fantasy che potrebbe contendere a  G. R. R. Martin l’alloro del poeta: Joss Whedon, bestia mitologica, metà assassino psicopatico di personaggi, metà demiurgo di pantheon nerd che, se volete avere un’idea di che aspetto abbia senza usare Google, è la creatura che verrebbe fuori se il Capitano Kirk e Steven Spielberg avessero un figlio. Nel corso degli anni ha regalato all’umana stirpe capolavori – o almeno reputati tali dalla comunità nerd – come Buffy The Vampire Slayer, Firefly, Serenity e l’ultimo The Avengers, film che in una sola settimana ha polverizzato svariati record d’incassi, unendo quasi all’unanimità critica con la “r” moscia e pubblico di adolescenti brufolosi con la maglietta di Capitan America.

Tutto questo per dire che Joss Whedon, insieme a G. R. R. Martin è l’autore del momento. E, en passant, i due sono accomunati dalla fama di essere assetati del sangue dei propri personaggi. Se le opere di Martin sono lunghe migliaia di pagine ed è almeno verosimile che un personaggio si becchi un’ascia tra capo e collo ogni tanto (parliamo pur sempre di una serie di romanzi guerreschi: shit happens) pare invece che non tutti i fan si rassegnino al fatto che Joss Whedon, come un assassino a piede libero, massacri allegramente i personaggi più amati, ora tranciandoli in due, ora trafiggendoli qua e là quando meno se lo aspettano.

Proprio in questi giorni, l’uscita di The Avengers, film mediocre sotto molti aspetti, ha ridestato il conflitto tra Whedon, amato demiurgo sanguinario, e i fan che non gli perdonano la soppressione di un importante elemento della banda di Vendicatori (ed evito l’ovvio spoiler). Ma dicevamo di Martin e delle sue Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, che, forse molto più di Whedon, sono imbrattate del sangue dei protagonisti e di atti efferati (decapitazioni, mutilazioni, tradimenti odiosi e scorticamenti vari) contro questi ultimi. A Martin piace far sentire il lettore costantemente in ansia per l’incolumità di Arya, Jon, Tyrion, Daenerys e compagnia fantasy.  Solo chi è stato sulla luna negli ultimi due anni (se non lo aveste capito sto per spoilerare sulla prima serie de Il trono di spade in 3… 2… 1…) e per questo non ha avuto modo di vedere la serie HBO, non ha avuto modo di odiare almeno un po’ Martin per aver usato la morte di Ned Stark, fino ad allora indiscusso protagonista, come casus belli della guerra tra la casa Stark e quella Lannister:

Eccettuato questo caso, un altro motivo di risentimento che i fan hanno verso la nostra coppia di autori crudeli è che spesso la morte arriva in maniera inusuale e poco “epica”. Il lettore medio è abituato a pensare ad un personaggio come qualcosa di intangibile e rassicurate, e non sono pochi a pensare che una morte poco sensata potrebbe andare a detrimento della godibilità di una storia.

Ora, in America non ci s’improvvisa scrittori. Ci sono delle scuole e, anche se non si ha intenzione di frequentarle, non è cosa infrequente che gli aspiranti scrittori si formino su manuali di sceneggiatura e di scrittura. Basta prendere in mano uno di questi libelli per constatare che una delle poche regole che tutte le correnti di pensiero hanno in comune è l’equivalente della massima di William Faulkner: “Kill your darlings” (Uccidi i personaggi che ami). O anche: “Uccidi i personaggi che il pubblico ama”.  È insomma facendo torto al pubblico che se ne conquista la fiducia e l’interesse?

E voi, preferite che i personaggi che più amate arrivino alla fine della storia incolumi a discapito del realismo o pensate che uno scrittore dovrebbe sapere quando pugnalare alle spalle i protagonisti delle proprie storie?


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