(di Tiziano Sclavi e Montanari & Grassani)
Questa volta Dylan Dog si trova ad affrontare una macchina da guerra, un perfetto costrutto per uccidere, una sorta di Terminator di Arnoldiana memoria al quale l'omaggio di Tiziano Sclavi sembra parecchio evidente. Come accadeva nel film di James Cameron dall'altra parte dell'oceano, anche a Londra si palesa un energumeno dotato di pochi argomenti e dai modi spicci. Invece di Sarah Connors il nostro simil-terminator è alla ricerca degli Hund residenti in città, all'unico scopo di far loro saltare la testa per passare poi in tutta fretta all'obiettivo successivo.
Ovviamente la trama imbastita da Sclavi non può essere una semplice copia del film uscito nelle sale giusto un paio d'anni prima e infatti vi è l'ibridazione dell'ormai celebre canovaccio con la cultura e le leggende ebraiche, qui splendidamente rappresentate da un altro di quei personaggi indovinatissimi che Sclavi dissemina nelle sue storie: il rabbino Woodrow Allen Hund.
Perfetta controparte di Groucho con il quale si diletta in sfide a suon di proverbi Yiddish, il rabbino Allen sarà una delle chiavi della vicenda ma non la sola, mai sottovalutare l'importanza del nostro Dylan Dog. Per una storia in cui è assente l'amorazzo di turno, Sclavi ne compensa la mancanza con dosi copiose di azione e morti ammazzati e un ritmo indiavolato che avvolge la storia dall'inizio alla fine, elucubrazioni rabbiniche a parte.
Proprio perché la minaccia è molto evidente e poco strisciante mancano un poco le atmosfere inquiete molto care alla serie, cosa che di per sé non sarebbe neanche un male (infatti l'episodio funziona molto bene) ma che non permette alla coppia di disegnatori, come avvenuto in altre occasioni, di compensare in atmosfera la rigidità delle loro matite (è ormai risaputo come Montanari e Grassani non siano proprio i miei artisti dylaniati preferiti).
Quindi onore al merito a quello che potrebbe essere (e in un certo senso già lo è) un action movie dai risvolti fantastici molto ben riuscito, adrenalinico e dal ritmo sostenutissimo. Mi sarebbe piaciuto vedere altre matite ma tant'è...