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killer seriali nella Louisiana...

Creato il 03 febbraio 2014 da Omar
killer seriali nella Louisiana...Sulla carta True Detective, nuova serie HBO che la rete sta osannando come il capolavoro televisivo dell'anno, non avrebbe nulla di particolarmente sbalorditivo. Trattasi infatti dell'ennesimo drama a fosche tinte ambientato nella provincia americana più sperduta. Il solito, tenebroso crime che gioca sulla contrapposizione dei personaggi principali, una coppia di poliziotti agli antipodi - uno umbratile e deduttivo, l'altro rude e più alla mano - che sembrano la trasposizione per il piccolo schermo dello Yin e Yang cinese. E poi c'è un'indagine poliziesca che di certo non si sdipana a partire da un evento tra i più originali mai sentiti: l'avvio della vicenda è dato infatti dall'omicidio di una prostituta, un delitto che nei prodotti di genere suona come pura routine.
killer seriali nella Louisiana...Eppure - perché c'è un EPPURE grosso così - è sempre sulla carta che si trovano le risposte a tanto (giustificato) clamore. Anzitutto la sceneggiatura: Nic Pizzolatto, che ha interamente scritto e congegnato la serie, è un autore pieno di talento (ne parlammo qui, all'epoca dell'uscita italiana del suo splendido romanzo che purtroppo comprarono davvero in pochi) che, oltre ad essere un superlativo, efficacissimo scrittore southern, ha pure nel sangue quelle lontane venature italiche che ce lo rendono simpatico.
Poi c'è la regia del bravo Cary Fukunaga, (regista di Jane Eyre) che firma tutti gli otto episodi della prima stagione, conferendo uniformità stilistica al progetto e di fatto sancendo una nuova, importante declinazione del feedback tra tv e cinema: invece di imprigionarsi nella cadenzata serialità degli episodi, True Detective è architettato come un vero e proprio film, spezzettato in otto tranches a uso e consumo del piccolo schermo (infatti, ulteriore rivoluzione, ogni stagione prevederà protagonisti nuovi di zecca in storie confezionate nelle medesime modalità).
E qui veniamo al pezzo forte, appunto, i protagonisti. I nomi in campo dicono molto: alla garanzia impressa dal marchio HBO (basti pensare alla magnificenza di Boardwalk Empire) bisogna aggiungere il volto (e il talento) di Matthew McConaughey, da qualche anno passato dall'essere il sexy-bietolone delle commediole romantiche all'attore impegnato di Dallas Buyers Club, nonché la poliedrica e indomita bravura dell'evergreen Woody Harrelson, uno che di strada dai tempi di Cheers - passando per Natural Born Killers e Non è un paese per vecchi - ne ha fatta tantissima.
E così il piatto è servito: nella serie, splendida, interamente ambientata in una Lousiana angosciante e livida, il primo veste i panni di Rust Cohle, ruvido e solitario detective con un passato tragico che deve dare la caccia a un serial killer mentre il secondo, al suo fianco, interpreta Martin Hart, uno che si definisce un “regular-type dude” ma potrebbe avere qualche fantasma nell'armadio.La loro storia si dipana su un arco temporale lungo 17 anni, tra due piani diversi: da un lato c'è l'indagine nel 1995. A cornice di essa troviamo i medesimi protagonisti sottoposti a un interrogatorio dalla polizia nel 2012, quando il caso viene riaperto. Si deduce che tra i due non corra più buon sangue e che, apparentemente, il caso sia stato risolto. Ma l'ennesimo ritrovamento di cadavere fa capire che non è così.
killer seriali nella Louisiana...È innegabile un certo - voluto - deja vù. Quasi un'atmosfera alla Hannibal in salsa cajun. Ma non è importante. Perché ciò che funziona, in True Detective, ciò che lo rende un prodotto davvero differente rispetto a qualsiasi cosa sia passato in televisione sinora non è tanto ciò che viene raccontato quanto il come.
La squadra produttiva opta infatti per un incalzare dimesso, infarcito di dialoghi sovente criptici (chi si aspetta azione e pistolettate, cambi direzione, questa serie non fa per lui). E il regista punta la macchina da presa costantemente sui due eroi riluttanti, l'uomo di famiglia incline al tradimento (Harrelson, la cui giovane amante è una tra le più cliccate teen-star del momento: Alexandra Daddario) e il detective geniale ma borderline (McConaughey), depresso e in lotta con la bottiglia. A quest'ultimo sono riservate le sentenze più oscure e nichiliste dell'intero svolgimento, e la tensione, tra santeria, psico-sfere e omicidi rituali, cresce a dismisura. Uno spettacolo.

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