Magazine Cultura
Agli albori degli anni 80 apparve o si consolidò un gruppo di band scevre dai simboli anarcoidi e nichilisti del movimento, piuttosto contestate da quelli della prima ora, ma vividamente proiettate nel futuro e vogliose di imporre la loro cifra stilistica di matrice dark. Dark in senso lato, non mi riferisco al filone della new wave che in Italia fu così denominato. Mi riferisco ad un certo modo di porsi, di creare immagini sonore e visive senza sorrisi e piuttosto passionali. Mi riferisco ad un certo tipo di musica potente, piena di riff ai limiti dell'hard rock, senza troppi sconti alla melodia. Una musica che veniva dal punk per allontanarsene e gettare le basi di una nuova era rock senza fronzoli ma di spessore.
Tre band portavano avanti questo discorso.
KILLING JOKE, BAUHAUS, STRANGLERS.
Tre band unite dal fil rouge dell'inquietudine. Uno strano sentimento lontano dalla malinconia dei gotici e lontano dalla furia dei punk, pur essendone stretto parente. A modo loro seppero mettere dei paletti sonori da cui sarebbe stato impossibile tornare indietro. Vogliamo chiamarlo post punk? Forse.
Di loro oggi metto i primi (avremo modo di riparlare degli altri due siatene certi), autori di uno dei più grandi "debut-album" di tutti i tempi, il self titled "Killing Joke" così compatto e livellato verso l'alto che ho difficoltà a sceglierne una. Direi REQUIEM o WARDANCE, le più famose ma non è nel mio stile mettere quelle che conoscono tutti. E allora "ripiego" su THE WAIT, un pezzo che dovrebbe far riflettere molti metallari sul vero senso della parola rock. E detto da me......
Alla prossima.
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