La mia assenza è totalmente giustificata. Mi sono diplomata all’Accademia, per la seconda volta nel giro di cinque o sei anni (ho oramai perso il conto del tempo trascorso fra le mura di quel luogo), quindi ho avuto qualche impegno da fronteggiare.
Passando oltre rapidamente: vi ricordate di quella cretinetta (io) che, settimane fa, rimpiangeva la carta stampata additando malamente i poveri lettori di ebook? Ecco. Me ne hanno appena regalato uno per la mia pseudolaurea e devo dire che mi ha resa felicissima, soprattutto dopo aver scoperto quanti diamine di libri possano entrare in una sogliola di nemmeno un centimetro di spessore.
Bisogna abituarcisi, perché la carta è un’altra cosa. È meglio la carta, ovviamente, ma devo dire che il modello che mi è stato regalato se la cava bene rendendo meno traumatico l’impatto: è un Kindle della Amazon, colore nero.
L’unico piccolo difetto, se così lo si può definire, è la mancanza dello schermo touch. I tasti fisici rendono la questione complessa quando si tratta di scrivere qualcosa nella stringa di ricerca, ma è qualcosa su cui soprassiedo tranquillamente. Questo Kindle basico è predisposto per fare unicamente quel per cui è stato progettato: contenere libri e permettere all’utente di leggerli senza alcuna distrazione. Niente cagate tipo giochini annessi e connessi, niente social e menate simili: solo tu povera utente senza soldi e il libro che hai acquistato a prezzo irrisorio o gratuitamente perché a fatica puoi permetterti un libro da dieci euro, in certi momenti.È leggerissimo (anche se non so quanto pesi nello specifico) e ha la connessione wi-fi per scaricare i libri da Amazon. Ci stanno anche gli altri, però: quelli pigliati in formati differenti dal mobi o dallo specifico del Kindle possono essere convertiti semplicemente, utilizzando Calibre. Negli ultimi tempi, questo piccolo programmino è migliorato enormemente e rende la gestione di ebook estremamente semplice. Ovviamente, è totalmente gratuito e gestisce qualunque formato digitale di libri.
Al momento sto leggendo «La carta e il territorio» di Michel Houellebecq, un romanzo piuttosto complesso, ma interessante. Non conosco molto l’autore, cosa piuttosto deprecabile dal momento che è stato al centro di polemiche, dibattiti e quant’altro per alcuni mesi successivi all’uscita di questo libro. Oltretutto, non è certo un novellino della letteratura contemporanea, avendo all’attivo diverse pubblicazioni.
Tanto per discorrere di libri, vorrei consigliarvene uno, scirtto dalla storica Antonia Fraser «Maria Antonietta: la solitudine di una regina». A questo testo si è ispirata Sofia Coppola per il suo film su Marie Antoinette, traendone una libera interpretazione rispetto la figura della giovanissima regina di Francia. Il libro parla in maniera esaustiva non solo dell’arciduchessa futura regina di Francia al fianco di Luigi Augusto, ma altresì della sua infinita stirpe famigliare con annessi e connessi.Il film della Coppola appartiene a uno dei pochi film di questa regista che mi sento di poter salvare, tralasciando le ultime “fatiche” poco riuscite e in perenne filtro effetto retrò; il libro è ben più interessante e fornisce una immagine veritiera e non sempre lusinghiera della figura di Maria Antonietta. Insomma, da leggere. Consiglio di lettura sfegatato, soprattutto considerando che il prezzo di 12 euro è decisamente allettante.