Magazine Cultura

King creole

Creato il 04 marzo 2012 da Rob77
KING CREOLE
KING CREOLE
Pubblicato dalla Rca: Agosto 1958
Classifica Usa: 2
Classifica Uk: 4
LATO 1
KING CREOLE
AS LONG AS I HAVE YOU
HARD HEADED WOMAN
TROUBLE
DIXIELAND ROCK
LATO2
DON'T ASK ME WHY
LOVER DOLL
CRAWFISH
YOUNG DREAMS
STEADFAST, LOYAL AND TRUE
NEW ORLEANS
Concepiti e realizzati con la ferma, quanto logica intenzione di sfruttare al massimo il potenziale commerciale di Elvis, Loving You e Jailhouse Rock non si erano tuttavia rivelati particolarmente ricchi di numeri musicali, nonostante presentassero il protagonista nei familiari abiti di cantante. Benché costruito intorno ad un buon soggetto e ad una sceneggiatura che prevedeva elementi drammatici e fosse stato affidato a un regista del calibro di Michael Curtiz, King Creole è invece un film decisamente illuminato dalle canzoni, che alla fine risulteranno essere undici. Praticamente il doppio rispetto a quelle inserite nelle precedenti pellicole. Questa inversione di tendenza, oltre a riempire un album, traccia un sentiero che sarebbe stato percorso in tante altre occasioni durante la lunga parentesi Hollywoodiana di Elvis.
La colonna sonora di King Creole deriva da un ambizioso quanto interessante esperimento musicale: quello di conferire alla maggior parte dei brani scelti il caratteristico sound "dixieland" di New Orleans. Per raggiungere tale obiettivo, ai Radio Recorders di Hollywood (gennaio 1958), l'abituale band di Elvis viene integrata da diversi altri musicisti e principalmente da una sezione fiati. Il risultato finale è affascinante, in special modo se si considera quanto la natura di queste sessions fosse diversa, a livello di approccio e di intenti, da quella delle sedute di registrazione effettuate presso gli studi della Sun Records soltanto tre anni prima. La musica contenuta in questo 33 giri non può essere considerata il frutto di una naturale evoluzione stilistica, dal momento che resta un episodio a se stante generato da esigenze cinematografiche, ma rappresenta senz'altro un ulteriore aspetto dell'ampia gamma di generi esplorati da Elvis nel corso della sua carriera. Il rischio di appesantire materiale che, dal punto di vista compositivo è in linea con quanto utilizzato nei due anni precedenti è concreto, ma la voce di Elvis resta la vera protagonista del progetto, e riesce facilmente ad emergere da questo virtuale muro di suono.
Hard Headed Woman, scelta come singolo di lancio, contiene una buona porzione della carica incendiaria di Hound Dog, pur non arrivando ad elevarsi al livello di quest'ultima, e riesce nella difficile impresa di mantenere il giusto equilibrio fra le parti, che concorrono nel creare un' atmosfera mozzafiato e priva di soste: la superba prova di Elvis, il coro dei Jordanaires a supporto, la chitarra elettrica, i fiati e la sezione ritmica. La title track è un altro brano che non avrebbe sfigurato sul "lato A" di un 45 giri, caratterizzato da riusciti cambi di ritmo, un pregevole assolo di Scotty Moore (simpaticamente "affidato" ad Elvis sul film), e da un'altra splendida interpretazione. Trouble è un autentico gioiello dal sapore Blues, sebbene Elvis non sembri così cattivo quanto il testo della canzone lasci supporre. Se non cattivo è però assolutamente magnifico e manifesta il proprio talento scrivendo una nuova, essenziale pagina del suo repertorio. Alla fine, grazie all' inclusione nello Special televisivo del 1968, Trouble si sarebbe rivelato il pezzo più longevo di King Creole, oltre che l'unico ad essere eseguito dal vivo negli anni settanta. Dixieland Rock è l'ennesimo brano veloce della soundtrack, magari appesantito dagli strumenti a fiato, ma pur sempre un efficace Rock'n'Roll. Spettacolare New Orleans, che si muove nuovamente in territorio Blues, con un Elvis esplosivo e perfettamente calato nella parte. Anche Crawfish, eseguita in duetto con Kitty White, si colloca in ambito Blues e resta uno degli episodi migliori dell'album, non fosse altro per la sua capacità di discostarsi nettamente dalle altre canzoni del film. Peccato che il suo lento e suggestivo incedere non duri più a lungo.
Il resto della colonna sonora offre altri momenti significativi anche se meno spettacolari, e include prevedibilmente un paio di ballads obbligatorie. Don't Ask Me Why scorre via piacevolmente, impreziosita dal cantato piuttosto convinto di Elvis che con la bella As Long As I Have You, unico momento di quiete sul lato 1 dell'album, realizza quello che a posteriori può essere considerato un efficace prototipo di tante love songs degli anni sessanta. Young Dreams è un ottimo medio tempo: a una prima parte cantata con grinta e condita dai già classici manierismi vocali, Elvis fa seguire una strofa resa in modo morbido e sensuale, sussurrato, quasi un'anteprima della voce che ritroveremo all'inizio del decennio successivo, per poi concludere con la verve iniziale. Steadfast, Loyal And True è, per sua stessa natura, un brano in grado di ritagliarsi il suo spazio vitale soltanto sulla pellicola, anche se questo breve accenno offerto da Elvis e dai Jordanaires in solitaria, su un testo dal sapore malinconico, non è privo di fascino. LOVER DOLL è un gustoso successore di Teddy Bear lungo la strada di Hollywood, con un arrangiamento più acustico rispetto al singolo di Loving You: la consueta dose di candore, fra l'ingenuo e lo sfrontato da offrire alle teenagers di tutto il mondo.
L'album King Creole sfiora la vetta della classifica e contribuisce in modo determinante a mantenere vivo l'interesse intorno a Elvis, all'epoca militare in Germania. Prescindendo dall'aspetto puramente commerciale offre, sulla base del rapporto quantità/qualità, una delle migliori colonne sonore realizzate dal cantante, forse la più spettacolare.
Un disco che non può mancare in una discografia essenziale del re del Rock'n'Roll.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :