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Come avviene per la maggior parte dei gruppi di culto in questi giorni di musica liquida e digitale, anche i King Crimson hanno di questi giorni una doppia discografia parallela LIVE in concerto. La prima è quella “ufficiale”, che secondo Wikipedia enumera a tutt’oggi 15 titoli, il più recente dei quali è quel Live At The Orpheum registrato nel 2014 a Los Angeles, e recensito di fresco su queste pagine.
L’altra è quella composta dai “bootleg ufficiali” di DGM Live, the King Crimson Collector’s Club, testimonianze preziose di 45 anni on the road, in cui l’importanza della occasione viene prima della qualità di registrazione che, per l’appunto, è spesso e volentieri paragonabile a quella dei bootleg - di una volta, oltretutto. Registrazioni effettuate magari dal pubblico con mezzi di fortuna come un registratore a cassette.
Uno dei capitoli più significativi raccolti dal club dei collezionisti è questo Live At the Marquee del 10 agosto 1971. Il Marquee, il minuscolo afoso club londinese al numero 90 di Wardour Street a Soho, che aveva fatto da balia al mito di Stones, Yardbirds, Fleetwood Mac, ma anche di Jimi Hendrix Experience e Led Zeppelin (e più tardi Eddie and the Hot Rods), era già stato la culla dei King Crimson nel 1969, che su quel palco si guadagnarono il seguito di pubblico che li portò a registrare il disco d’esordio per la Island, ed al successivo tour americano, che finì con l’abbandono di tre dei quattro membri e lo scioglimento del primo nucleo.
Di quei primi Crimson ci resta la testimonianza del doppio CD Epitah, registrato quasi interamente a New York e San Francisco, e più di recente di un bootleg di questo stesso Collector’s Club registrato (male) proprio al Marquee, il 6 luglio ’69, vale a dire il giorno dopo il concerto ad Hyde Park con gli Stones.
Dopo il tour americano, Robert Fripp (chitarrsta e, da allora, leader del gruppo) e Pete Sinfield (autore dei testi e del light show) fecero del loro meglio per non lasciare affondare la band, registrando il secondo album (In the Wake of Poseidon) ed il terzo (Lizard) con formazioni provvisorie che non arrivarono mai a calcare il palco.
Nel 1971 Robert Fripp (a cui intanto gli Yes avevano offerto il posto di chitarrista poi accettato da Steve Howe, ed i Van Der Graaf Generator la parte di chitarra elettrica in Pawn Hearts) restituiva al pianista Keith Tippett il favore della sua collaborazione ai due dischi dei Crimson, producendogli (male) il doppio Septober Energy, attribuito al supergruppo dei Centipede. Nel corso delle registrazioni Fripp fece la conoscenza del cantante di R&B Boz Burrell, il cui nome era brevemente balzato agli onori delle cronache alla fine del ’65, come sostituto di Roger Daltrey negli Who, che se ne era andato dopo un litigio feroce con Townshend. Alla fine non se ne era naturalmente fatto nulla e Daltrey era, per fortuna, rientrato negli Who.
Fripp chiese a Boz di diventare il cantante della band e come ai chitarristi precedendi affidò come strumento il basso elettrico, che Burrell non aveva mai suonato. Alla batteria prese posto Ian Wallace (che tre decenni dopo questa esperienza avrebbe formato un Crimson Jazz Trio), ed al sax fu confermato Mel Collins.
Il gruppo cominciò ad esibirsi sui brani che in autunno avrebbe registrato ai Command Studios di Piccadilly per l’album Islands, assieme a Cirkus da Lizard, alla dolce Cadence and Cascade, all’immancabile encore di 21st Century Schzoid Man, e a lunghe improvvisazioni in cui echeggiano i temi del futuro Lark’s Tongues In Aspic.
Dopo l’uscita di Island, nel dicembre del ’71, il gruppo riprese gli show dal vivo, per sbriciolarsi subito per la difficoltà dei musicisti di accettare la dispotica personalità del leader. Licenziato in tronco Pete Sinfield, Fripp chiese agli altri tre di concludere comunque il tour; dalle registrazioni del febbraio ’72 fu ricavato in mal registrato Earthbound, che fu il primo album dal vivo pubblicato dai Crimson.
Burrell, Wallace e Collins si sarebbero uniti a Sinfield per registrare il suo album solista, Still, per la Manticore di Greg Lake, mentre Fripp proseguì il suo cammino verso Lark’s Tongues In Aspic.
Questo Live At The Marquee, registrato il 10 Agosto 1971, testimonia dunque un raro show del primo nucleo dei King Crimson a tornare a suonare dal vivo. A parte il valore storico, il disco ha valore anche per una registrazione particolarmente buona, che lo pone come degno seguito di Epitaph nel raccontare la storia in concerto della band.
Per molti, ma non per tutti. Cioè: per fan e collezionisti, ma senza compromessi di qualità.