Capita, a volte, che un film dal quale ti aspetti poco o nulla riesca a sorprenderti. Spesso capita proprio con gli action movie. Pellicole facili al disastro, nelle quali serve una certa maestria nel girare certe scene per renderli veramente degni di nota. L’anno scorso fu il caso di Snowpiercer, tratto da una serie a fumetti francese, che si è rivelato uno dei migliori action dell’anno, con tanto di belle tematiche e una storia degna di nota. Quest’anno è stata la volta di Kingsman, anch’esso tratto da una serie a fumetti, scritta da Mark Millar (Kick-Ass) e disegnata da Dave Gibbons (Watchmen). Testimonianza del fatto che le storie che compaiono nei fumetti, negli ultimi anni sembrano avere sempre più presa sul cinema. Non solo Marvel e Dc, quindi, a ripopolare la fantasia perduta degli sceneggiatori, ma anche altre opere grafiche passano dalla carta alla pellicola.
La Kingsman è un particolare servizio di intelligence che non risponde ad alcuna nazione e che usa come copertura un franchise di sartorie sparse nel mondo. Il servizio funziona come i cavalieri della tavola rotonda, e a ogni agente viene assegnato un nome in codice ispirato a quelli di Re Artù. Eggsy è il figlio di un aspirante Kingsman morto sul campo e anni dopo viene reclutato da Galaad, l’agente al quale il padre salvò la vita. Nel frattempo un miliardario, Valentine, trama un losco piano per “curare” il pianeta Terra dal suo virus più grande: l’uomo.
La trama del film, diciamocelo pure chiaramente, è piuttosto banalotta, sa di già visto sia dal punto di vista del “giovane aspirante agente segreto”, che da quello del “l’uomo è il più grande virus del mondo”. Concetti ripetuti più volte. Quello che, però, permette a questo film di girare e funzionare bene sono i personaggi, ma anche un’ottima regia action. Sinceramente se mi avessero detto che Colin Firth sarebbe stata una buona scelta per un film d’azione gli avrei riso in faccia…e invece funziona, e anche molto bene! Ottimi movimenti, buona prestanza fisica e charm inglese di tutto rispetto. Il tocco puramente british dato al film, inoltre, è qualcosa che non si trova più neanche nei moderni James Bond, ormai troppo americanizzati. Un po’ meno buona la scelta di Taron Egerton come protagonista del film: faccia da schiaffi e carisma assente. Funziona bene, sorprendentemente, anche Samuel L. Jackson nel ruolo del villain, il milliardario Valentine. Quello che si nota subito, però, sono le straordinarie riprese effettuate nelle scene action. Un grande applauso, quindi, per Matthew Vaughn (che ha partecipato anche alla scrittura del fumetto) che dopo Kick Ass e X Men: l’inizio, torna a stupirci con un film girato veramente in maniera ottima. La velocità con cui ci si muove durante i combattimenti, ma soprattutto la “cattiveria” che viene sprigionata, non può che impressionare lo spettatore, portato a esclamare “wow” ogni 3 secondi.Purtroppo, però, la carica positiva del film si esaurisce tutta nelle scene action, lasciandoci poi assaporare una storia che – seppur non brutta – manca di originalità. Insomma, non aspettatevi il nuovo James Bond, ma un film action piuttosto buono con il quale rilassarsi un paio d’ore.