Suono di violino e militari prussiani: è la intro dell’ultimo release di Cover Front di Mateusz Skutnik? No, è l’ultimo styling di Steven Klein!
Cupo come lo steampunk, visionario come lo steampunk, Avant Retro come lo steampunk, che cos’è? Lo steampunk! Completo di monocoli tecnologici (col pizzo nero) applicati a corone meccaniche.
La deduzione che possiamo velocemente trarre da questa opera è che lo steampunk è ben lungi dal declinare, anzi è vivo e gode di ottima salute, con buona pace per coloro che, come me, non lo amano affatto e per la gioia invece di chi creerà ancora a lungo gioielli e complementi d’arredo macabri e deprimenti usando i tubi dei rubinetti. Ce lo ritroveremo fra i piedi ancora molto spesso, ragazze.
Ci imbattiamo quasi subito (1:53) in un elmo chiodato non con una punta, come vorrebbe tradizione, ma molte, disposte a stella; il che mi ricorda una certa borsa, e finalmente me ne spiega la ragione.
C’è anche una donna che indossa una sorta di abito talare femminilizzato con un velo. No, non è una suora. E no, non è una provocazione alla chiesa. E’ l’effetto dell’uscita del film La Papessa. Almeno secondo me. In questo caso non c’è neanche, una volta tanto, il tentativo di ricalcare le orme di una giovane Madonna, e anzi credo che Klein faccia di tutto per farcelo capire.
I tagli di capelli sono medioevali, gli elmi sono prussiani, ma le brandine e i giochi sadomaso con travestimento vengono direttamente da un certo film della Cavani. I tempi in cui si volge la scena che vediamo quindi sono altri, non sono quelli che pensiamo noi, il tempo perde ogni connotazione logica. Siamo più indietro, siamo più avanti
L’unica nota stonata è la parte del balletto in cui la marcia diventa in certi tratti eccessivamente caricaturale, non grottesca, proprio caricaturale. Capisco che la situazione gridi “Gay!!!” da ogni poro, ma mi ricorda un po’ troppo il balletto della Squadra Frivo-lezz dei Monty Pithons: ” Non lasciar che il Brigadiere si palpeggi il tuo sedere. Io lo so dove sei stato, vecchio frocio graduato. Uno, due, tre, quattro!”
A un certo punto verso la fine appare una pseudo cantante probabilmente fan della Carrà, che fa uno pseudo balletto in stile Japino indossando gli slippini-ini. Non capisco che cos’abbia a che fare con questo video, la percepisco come totalmente avulsa dal contesto.
Steven Klein ci regala una creazione che è una macchina del tempo. Steampunk.
P.S. Non scrivo nulla sul reggiseno con mitra incorporato perché la parodia di Katy Perry parla da sola.
Ecco il video, ma tanto lo conoscete già: Alejandro