Avvertenza: tutte le immagini sono tratte da internet, tranne il ritratto di Helene Klimt, da me fotografato
In aprile, a Milano, siamo stati al Palazzo reale dove era allestita la mostra dei dipinti di Gustav Klimt allestita con la sovrintendenza di Alfred Weidinger, studioso del pittore e vicedirettore del Belvedere.
Molto era incentrato sul periodo giovanile di Gustav Klimt, quando dipingeva unitamente ai suoi fratelli Georg ed Ernst ed era in amicizia con Franz Matsch. Quest’ultimo è stato davvero una sorpresa per me, che non lo conoscevo affatto: erano esposti alcuni dei suoi quadri davvero molto belli. C’erano inoltre tele di Anton Romako, Eduard Veith, Wilhelm List, Anton Josef Ritter von Kenner, Koloman Moser, Jan Toorop, questi due espressione dell’Art Nouveau, ed infine Fernand Khnoppf.
La mostra era molto interessante, dove viene mostrata l’evoluzione dello stile pittorico di Klimt, dagli inizi, in cui ritrae per lo più paesaggi o persone con un tratto molto particolareggiato, fino ad arrivare, dopo il rinnovamento dovuto alla Secessione Viennese, ad uno stile via via più simbolico, con tratti incisivi e ricchi di fregi ed ornamenti dorati forse influenzato da alcuni mosaici che aveva visto in occasione di una sua visita a Ravenna.
Si inizia quindi con una serie di ritratti, ad opera sia di Gustav Klimt che di suo fratello Ernst o dell’amico Franz Matsch. Un nudo di uomo, datato 1883,
Uno dei primi dipinti poi è quello di Helene Klimt nata Floege, moglie di suo fratello Ernst. Helene era sorella di Emilie, la donna che rimase accanto a Gustav fino alla sua morte, nonostante i ripetuti tradimenti del pittore.
una Signora davanti al caminetto, (1897), dall’atmosfera alquanto cupa
Nella stessa sala ed in quelle adiacenti, vari pannelli di stile greco-arcaico, con fanciulle che riempiono calici da anfore e scene similari, oppure dei ritratti ad opera di Matsch che ritrae i suoi figli in costume, la femmina addirittura raffigurata alla maniera de Las Meninas di Velasquez.
Ci sono poi vari paesaggi: Dopo un “Bosco di betulle”, guardando il quale quasi si percepisce il fruscio delle foglie nel silenzio,
(continua)