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Koi ni itaru yamai (恋に至る病, The End of Puberty)

Creato il 02 aprile 2012 da Makoto @makotoster
Koi ni itaru yamai (恋に至る病, The End of Puberty)Koi ni itaru yamai (恋に至る病, The End of Puberty). Regia, soggetto e sceneggiatura: KimuraShōko. Fotografia: Tsukinaga Yuta. Musica: Yachimura Kei(Urban-garde). Interpreti: Wagatsuma Miwako,Saitō Yōichirō, Satsukawa Aimi, Sometani Shōta. Produzione: Yanai Hiroshi, Watanabe Kaori, Amano Mayumi  per PFF Partners. Durata: 115 minuti. Anno: 2011Link: Berlin Film Festival 2012 - Asian Film Festival Reggio Emilia 2012Punteggio ★★1/2  
Lungometraggio d’esordio della giovanissima regista (26 anni)Kimura Shōko, vincitrice nel 2009 del premio speciale della giuria al Pia FilmFestival con il suo film di laurea Futsūno koi (Ordinary Love).L’inizio è delirante:Tsubara è un’adolescente bizzarra che nutre il proprio corpo esclusivamente convitamine e integratori, per evitare che alla morte si decomponga. La giovinettaha un’ossessione: l’insegnante di biologia, il professor Madoka, un timido nerd,collezionista di insetti. Durante le lezioni la ragazza, con sognantedevozione, annota sul suo quaderno tutti i tic di lui (e non sono pochi).Decisa ad avere una relazione fisica con l’oggetto dei suoi desideri, un giornoletteralmente lo assale in sala professori e nel momento dell’amplesso qualcosadi magico ed inspiegabile avviene, perché i due si ritrovano con gli organigenitali scambiati. Il ritmo del film fino aquesto momento è serrato, una musichetta (al limite del fastidioso) davideogioco sottolinea i passaggi e il momento topico è tradotto in immagini dianimazione che finiscono per far prevalere le figurine del quaderno di Tsubarasui due personaggi reali dalle movenze goffe e affannate.L’azione si sposta poi nellacasa di campagna del professore, dove quest’ultimo trascina la surreale“fidanzata” e dove li raggiungeranno anche En, avvenente compagna di scuola diTsubara, segretamente innamorata di lei e Maru, neanche a dirlo, innamorato diEn.Nella seconda parte il filmrallenta il ritmo, la regista spesso riempie le immagini di “costruzioni”fisiche di corpi in tensione (i due protagonisti che lottano, per esempio o leiche, dopo aver preso a calci una cassetta delle lettere, si rotola a terra inmezzo alla strada), per giunta a volte “inquadrate” dalle pareti della casa,che accentuano molto la teatralità. Metafora visiva di emozioni che vorrebberosbocciare e invece sono costrette in spazi mentali/sociali claustrofobici.The End of Puberty è una commedia semi-seria sulla confusione adolescenziale ed anchesulla sessualità nella società, che, pur non riuscendo sempre nell’intento difondere il tono scanzonato e ironico con istanze più profonde, si pone a mioavviso come un esordio senz’altro interessante. Ilsesso, che sembrerebbe essere l’argomento centrale, è sempre rappresentato inmodo grottesco e fantasioso (i due episodi di rapporti fisici tra Tsubara e ilprofessore si risolvono, il primo, in un fumetto con epilogo magico, mentre ilsecondo prende avvio dal riflesso sul muro di lei in forma maschile,altrettanto fumettistico…), nello stesso tempo molto “parlato” e poco “agito”(En continua a fare riferimento a rapporti sessuali, ma nel momento in cuifinalmente sembra volersi concedere a Maru, la cosa non funziona). Un “oscurooggetto” dai poteri imprevedibili. Il tema della memoria èricorrente. Tsubara è ossessionata dall’essere dimenticata, nella sua ingenuacrociata per conquistare l’amore del biologo, così come nell’ostinazione delnutrirsi esclusivamente di vitamine che le conservino un corpo perfetto ineterno, è evidente l’obiettivo di sfuggire alla caducità del ricordo,all’inesorabilità del tempo che passa.  Ho trovato interessantel’uso del suono: a parte la musichetta ossessiva che contraddistingue tutta laprima parte del film, la regista accompagna spesso momenti intensi dei suoipersonaggi per esempio con il frinire delle cicale, come quando Madoka decidedi liberare dagli spilli il coleottero che aveva conservato in una scatola datanto tempo, oppure con il rumore del mare o ancora, con quello delle fogliesmosse dal vento, come nel momento in cui En dialoga con Madoka sul porticodella casa di campagna. In conclusione un filmacerbo, ma pieno di spunti. Giovani registi cresceranno? Staremo a vedere. [Claudia Bertolè]

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