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Kon-tiki partiro’

Da Cannibal Kid
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KON-TIKI PARTIRO’

"Rifacciamo Laguna Blu?"

Kon-Tiki (Norvegia, UK, Danimarca, Germania 2012) Regia: Joachim Rønning, Espen Sandberg Cast: Pål Sverre Valheim Hagen, Anders Baasmo Christiansen, Gustaf Skarsgård, Odd Magnus Williamson, Tobias Santelmann, Jakob Oftebro, Agnes Kittelsen, Katinka Egres Genere: avventuroso Se ti piace guarda anche: The Way Back, La tempesta perfetta, Into the Wild
Non ho mai capito perché la gente definisse Scienze della Comunicazione una facoltà per fancazzisti. Poi ho seguito un corso di Antropologia dell’Oceania e l’ho capito. Cosa c’entra un corso di Antropologia dell’Oceania e cosa mai potrà servire all’interno di un corso di Scienze della Comunicazione? Poco o niente, ma è proprio in tutto ciò che sta il fascino e l’inutilità di questo corso di studi. Una vera lezione di vita su come diventare dei perfetti fancazzisti. Quindi, considerando che viviamo nell’era del fancazzismo, dei perfetti comunicatori. Il corso di Antropologia dell’Oceania, seguito più per ottenere dei crediti e proseguire il cammino verso la laurea che non per un interesse nei confronti dell’Antropologia e/o dell’Oceania, era incentrato in particolare sulla figura di James Cook. James Cook, per chi non avesse seguito dei fondamentali corsi di Antropologia dell’Oceania come me, è stato un navigatore, un esploratore, nonché il primo contatto europeo con le coste dell'Australia e delle Hawaii, oltre ad aver compiuto la prima circumnavigazione ufficiale della Nuova Zelanda. Ok, queste cose le potevate apprendere tranquillamente anche da Wikipedia, senza stare a frequentare corsi specifici. Comunque, Cook è stato un osservatore attento delle abitudini di vita soprattutto della gente in Nuova Zelanda, popolo illuminato in cui consideravano il Papa come l’Anticristo e che ancora oggi lo deride pubblicamente. L’ormai dimissionario Papa.
Tutta questa intro perché? Perché a noi fancazzisti scienziati della comunicazione piace perdere tempo. E farlo perdere agli altri. E poi perché guardando Kon-Tiki mi sono ritornati in mente questo corso e James Cook, nonostante racconti tutta un’altra storia.
Kon-Tiki è la vera storia di una grande avventura avvenuta nel 1947, nel post World War II, ovvero la mission: impossible dell’esploratore norvegese Thor Heyerdahl. Secondo lui, la Polinesia era stata colonizzata dalle popolazioni sudamericane prima ancora che da quelle asiatiche come all’epoca si riteneva. Decise così di reclutare un gruppetto di amici norvegesi come lui, costruire una zattera come avrebbero potuto costruire i peruviani nell’antichità e attraversare a bordo di suddetta sgarrupata imbarcazione l’Oceano Pacifico dal Sud America alla Polinesia. Un viaggetto della durata, se Dio vuole, di un centinaio di giorni.
Non vi è chiaro? GIF, please.
KON-TIKI PARTIRO’

KON-TIKI PARTIRO’

Ho come l'impressione che sulla zattera non saranno altrettanto sorridenti...

Perché questo Thor, anziché unirsi ai The Avengers o provarci con Natalie Portman, decise di imbarcarsi in una missione del genere? Perché lui, come noi scienziati della comunicazione, fondamentalmente era un fancazzista. Uno che non aveva niente di meglio da fare che cercare di provare le sue balzane (ma nemmeno troppo balzane) teorie. A costo di impegnarsi in una lunga e impegnativa spedizione. Una missione suicida. Thor infatti non sapeva nemmeno nuotare e i suoi amichetti norvegesi non è che fossero proprio dei lupi di mare. Dei norvegesi su una zattera in mezzo al Pacifico è un po’ come dire dei brasiliani sull’Himalaya. O come dire degli uomini orientali in un film porno. Avete mai visto un porno con degli uomini orientali? No? Sarà per i soliti pregiudizi nei confronti delle loro (mancate) doti naturali? Un gruppo di norvegesi in mezzo al mare, con conoscenze marittime rudimentali, tutto il giorno sotto il sole e senza manco la protezione della crema Bilboa... Secondo voi ce la faranno a portare a termine la spedizione? Non potevano starsene bell’e tranquilli a casa loro?

KON-TIKI PARTIRO’

Secondo voi uno così sopravviverà davvero 100 giorni in mezzo al mare?

Quella di Thor e di Kon-Tiki, il nome che ha dato alla zattera della traversata, è una splendida storia, documentata da un documentario diretto dallo stesso Thor Heyerdahl premiato con l’Oscar nel 1951. E ora è diventata una pellicola di nuovo in corsa per la statuetta dorata, questa volta nella categoria di miglior film straniero. Devo riconoscere che, nonostante la vergognosa esclusione del candidato francese Quasi amici, la qualità delle pellicole in gara è davvero di buon livello. Tutti e 5 i film sono degni di nota. Il quasi certo vincitore austriaco Amour è un’ottima pellicola, ma allo stesso tempo è anche quella che ho trovato più fastidiosa. Intento voluto dall’autore Michael Haneke, ne sono certo, eppure in questo caso non mi ha conquistato come diabolicamente aveva fatto in passato. Di presa emozionale maggiore sono invece gli altri candidati, dallo splendido e coraggioso canadese Rebelle (per cui farò il tifo, nonostante le possibilità di vittoria vicine allo zero), al revolucionario cileno No, dall’elegante e intenso danese A Royal Affair fino a questo norvegese Kon-Tiki. Un film diretto con piglio sicuro dall’accoppiata Joachim Rønning e Espen Sandberg che a livello registico non si discosta molto dal modello hollywoodiano, con un paio di momenti persino spielberghiani, come l’attacco degli squali e le solite carrellate sull'infinità dell’Oceano. Anche in quanto a sceneggiatura il racconto è diligente, con giusto qualche flashback vagamente alla Lost. A mancare, e non è un male, sono invece certe ruffianate e sentimentalismi tipici di molto cinema americano, così come non ci sono neanche i personaggi simpa di turno. Quest’ultima forse un po’ una pecca. Senso dell’umorismo norvegese: n.p., non pervenuto. Kon-Tiki è un film quindi tradizionale, ma rappresenta una variante norvegese rispetto al solito modello cinematografico hollywoodiano. Nella sua classicità funziona, nonostante qualche momento di stanca a metà percorso, perché riesce a catturare e ad emozionare raccontando con semplicità e senza troppi orpelli una storia bella già di suo. Kon-Tiki è una zattera che sa arrivare all’obiettivo, in maniera diretta e senza cedere al fancazzismo. Come noi scienziati della comunicazione invece avremmo fatto, perdendoci per sempre nell’infinità dell’Oceano. (voto 7/10)
KON-TIKI PARTIRO’


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