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- Etichetta: Nemeton Records
- Anno: 2014
Le versioni di latino tratte da “Ab Urbe Condita” sono state croce (per molti) e delizia (per pochi) negli ormai per me lontani anni delle magistrali ma, in fondo, Tito Livio è stato anche uno degli autori più facilmente traducibili, oltre ad essere forse uno dei cronisti più attendibili della storia dell’antica Roma.
Lo storico patavino aveva coniato per il popolo dei Volsci l’appellativo Ferocior Ad Rebellandum: questo è anche il titolo dell’album d’esordio dei Korrigans, originari proprio di quella zona del Lazio.
Il combo dell’Agro Pontino, dopo diversi aggiustamenti di line-up, arriva così al traguardo del primo full-length nel momento della propria massima maturità artistica e compositiva: il disco è un magnifico spaccato di storia antica dell’Italia precristiana messa in musica e credo non ci siano dubbi che il genere prescelto per farlo sia assolutamente il più adeguato.
Il folk dei Korrigans attinge naturalmente alla tradizione celtica, senza tralasciare quello di matrice mediterranea e il tutto viene inserito all’interno di ritmiche di stampo black metal; il racconto avviene tramite una buona gamma di voci, tra le quali l’unica opinabile è lo screaming “paperinesco” nello stile del primo Dani Filth, soprattutto perché è la tonalità prescelta per dare voce al protagonista del disco, il guerriero detto “Il Baluardo” per il quale, forse, sarebbe stato più adatto un timbro ben più profondo.
Poco male, in fondo, sia perché il bravo Thanatos si esprime comunque al meglio in tutti gli stili, sia perché la band mette sul piatto oltre cinquanta minuti di folk metal di rara intensità, convincente e trascinante dal primo all’ultimo minuto .
Brani come Latium Vetus, Il Baluardo, Corbium Capta Est, la title-track e la degna conclusione del lavoro, L’Animo Degli Eroi, sono talmente coinvolgenti da farmi crescere il desiderio di assistere quanto prima ad un concerto della band laziale.
Non me ne vogliano, però, gli altri componenti dei Korrigans, se affermo che il protagonista indiscusso del disco è Spiorad che, con la sua fisarmonica, si esibisce in passaggi memorabili rendendo chiaro a tutti cosa significhi suonare folk con tutti i crismi, sia pure ottimamente contaminato da un black metal che non soffoca mai l’anima popolare del sound.
Ferocior Ad Rebellandum conferma che la commistione tra folk e metal è ormai realtà consolidata anche nel nostro paese e ben vengano le band che a livello lirico vanno ad attingere ad un bacino storico che, senza tema di smentita, ha pochi eguali sul pianeta (a differenza di un presente del quale appare molto difficile farsene un vanto …)
Tracklist:
1. Proemio
2. Latium Vetus
3. Il Baluardo
4. Iter Bellicum I: L’Aruspice
5. Iter Bellicum II: Le Saturnie Mura
6. Corbium Capta Est
7. Bacchanalia
8. Rebellio
9. Ferocior Ad Rebellandum
10. L’Animo Degli Eroi
Line-up:
Spiorad – Accordion, Keyboards
Dalk – Bass
Solstafir – Drums
Torc – Guitars, Guitars (acoustic), Bouzouki, Tin and Low whistles
Thanatos – Vocals
Ensis – Guitars