Foto di Antonio Conte d’archivio del luglio 2011: il Gen. Enrico Spagnoli ed il Ten. Col. Paluscio.
www.lavoce.it – Caritas ed enti assistenziali hanno segnalato ancora una volta positivamente la sensibilità e lo sforzo della diocesi nell’anno da poco concluso. La Caritas guarda con sempre maggiore generosità anche oltre confine ponendo attenzione, in un contesto di collaborazione che tiene conto dei bisogni a prescindere dalla lingua e dalla nazionalità, alle realtà dove la solidarietà sollecita un’attenzione maggiore e massima disponibilità. Sotto questo profilo il consuntivo del 2011 propone un bilancio che merita di essere conosciuto perché contiene spunti interessanti che aiutano a meditare e riflettere. Ancora una volta è stato il Kosovo a registrare interventi di carattere strutturale, per migliorare l’assistenza a popolazioni ancora in difficoltà, portati avanti con la sensibile disponibilità di tanti. Le belle notizie non mancano. La nuova casa di Leskoc, che sostituirà quella di Radulloc, sta diventando una realtà. La parte “grezza” di due dei tre corpi (tetti compresi) è stata terminata di recente. Degli oltre 2500 mq. previsti ne sono stati realizzati 1.577. Il progetto, pensato per la prima volta nel 2007, è stato modificato nel corso degli anni, anche in base alle mutate esigenze di accoglienza e al quadro normativo kosovaro in rapida evoluzione. Nel mese di dicembre la Provincia di Trento ha deliberato, per i lavori della casa, la concessione di un finanziamento di 300 mila euro in tre anni, che permetterà di proseguire con più tranquillità i lavori. Interventi importanti sono stati anche eseguiti sulla strada d’accesso all’edificio; ormai manca solo l’ultimo chilometro di asfalto dopo i due realizzati dal comune di Klina e dai militari italiani. Questi ultimi hanno dato un contributo fondamentale con i loro mezzi anche per i lavori di sbancamento dell’area dove sorge la struttura, per lo scavo dell’invaso da 50.000 litri d’acqua, per la realizzazione del capannone e della cabina elettrica. In questi anni i soldati italiani (ormai ne sono rimasti in tutto il Kosovo meno di 500) hanno sempre dimostrato verso il campo Caritas una grande e concreta amicizia, animando anche iniziative per sensibilizzare e raccogliere fondi in Italia; qualcuno è tornato a Radulloc per le ferie con i propri familiari. Nel corso dell’anno poi la Caritas umbra ha aperto in Kosovo una terza casa di accoglienza (dopo quelle di Radulloc e Vernakolla) a Glaviçica, un villaggio che si trova lungo l’arteria che da Klina porta a Peja. Il vescovo del Kosovo, mons. Dodë Gjergji, le ha affidato una struttura che ospitava, fino a qualche anno fa, una comunità di suore. Qui si sono trasferiti i ragazzi più grandi che vivevano a Radulloc. Nel mese di ottobre, infine, è stato concluso un accordo con il Governo che prevede la realizzazione di ciò che già è possibile fare e il progressivo adeguamento per quanto riguarda il resto.
Luca Uccellani direttore Caritas diocesana