L’Osservatorio Balcani e Caucaso, in un articolo a firma di Francesco Martino, riprende il contenuto di un’intervista dell’ambasciatore USA Cristopher Dell apparsa su Jane’s Intelligence Review, in cui si prospetta la probabile chiusura di Camp Bondsteel, la più grande base dell’esercito americano in Europa.
La base era stata realizzata nel 1999 in seguito all’intervento militare Nato in Serbia e Kosovo e sembra rispondere anche a esigenze strategiche fondamentali per la politica estera statunitense, tra cui quelle dell’approvvigionamento energetico dall’area del Mar Caspio.
Ma gli scenari geopolitici cambiano e i Balcani non sembrano più essere al centro degli interessi strategici americani:
“I Balcani saranno assenti dalle priorità strategiche degli USA nel decennio a venire”, aveva dichiarato ad OBC il noto politologo bulgaro Ivan Krastev, del Centre for liberal strategies di Sofia, all’indomani dell’insediamento dell’amministrazione Obama. “Con la dichiarazione di indipendenza del Kosovo, l’impegno americano nella regione può dirsi chiuso”. A più di due anni di distanza, la sostanziale accuratezza dell’analisi di Krastev viene ribadita dalle parole dall’ambasciatore Dell.
Nel suo “Global trends 2025”, pubblicato a fine 2008, il National Intelligence Council (l’organo a cui spetta definire la strategia americana a medio e lungo termine) non faceva alcun cenno né ai Balcani né al Kosovo. Oggi è ancora più evidente che gli Stati Uniti, stretti tra crisi economica e riposizionamento geostrategico (Afghanistan, Medio Oriente, Pacifico), non considerano il Sud-est Europa come una loro priorità.
L’articolo, che racconta anche la storia e il “mito” di Camp Bondsteel, è disponibile qui.