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Kosovo, i serbi dicono no all’autorità di Pristina

Creato il 17 febbraio 2012 da Alessandroronga @alexronga
Kosovo, i serbi dicono no all’autorità di Pristina

Manifestanti nazionalisti serbi

Com’era prevedibile, il referendum del 14 e 15 febbraio sul riconoscimento delle istituzioni della Repubblica Kosovara, promosso dalle municipalità serbe del Nord Kosovo, si è concluso con un plebiscito per i “no”: il 99,7 per cento degli elettori serbi non riconosce il governo autoproclamato di Pristina e non si sente dunque parte del Kosovo come repubblica indipendente. Alta anche l’affluenza: nelle tre municipalità coinvolte dalla consultazione la media degli elettori che si sono recati alle urne è stata superiore al 75 per cento.

Un risultato che a Belgrado non fa certo piacere, visto che il governo del presidente Boris Tadic ha bollato il referendum come “inutile” e capace solo di mettere a rischio le già precarie relazioni tra la Serbia e l’ex provincia ribelle. “L’esito ci dice ciò che già sappiamo – ha commentato Goran Bogdanovic, ministro serbo per il Kosovo – ma ciò che è grave è che ci sono forze politiche che vogliono sfruttare la volontà popolare per il loro tornaconto”. Il riferimento di Bogdanovic è in particolare rivolto ai partiti nazionalisti serbi che hanno sostenuto il referendum: “Temo che ora le autorità kosovare possano approfittare di questa spaccatura con i serbi del Kosovo, per avvantaggiarsene in fase di negoziato”, i cui nuovo round è fissato il prossimo 21 febbraio.

Per l’ex provincia serba a maggioranza albanese, proclamatasi repubblica indipendente nel 2008 e riconosciuta da 85 nazioni su 193 membri Onu, passa il futuro di Belgrado nell’Ue. La possibilità di barattare l’ingresso in Europa con il riconoscimento del Kosovo è un fattore che Tadic ha preso in considerazione, ma che ha anche acuito i rapporti con l’estrema destra nazionalista, per la quale la perdita del Kosovo, che rappresenta la culla della cultura serba, è qualcosa di inaccettabile.


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