Kosovo: la decisione dell'icj puo' essere l'occasione giusta

Creato il 23 luglio 2010 da Pasudest
Previsioni smentite. Ci si aspettava un parere "equidistante" (o ambiguo, secondo i punti di vista) e invece la Corte internazionale di giustizia dell'Onu ha deciso che la dichiarazione d'indipendenza del Kosovo non è illegale. Esultanza a Pristina, disappunto a Belgrado, gioia tra i baschi e gli abkhazi, sgomento a Mitrovica. Quello che la Corte dell'Aja non ha chiarito, però, è se l'indipendenza è anche legittima. O meglio, i 14 giudici hanno preferito attenersi ad una valutazione strettamente tecnica lasciando la risposta politica all'Assemblea generale delle Nazioni Unite che a settembre affonterà la questione. Intanto, ovviamente, ognuno interpreta il verdetto di ieri come meglio crede. La mia impressione, però, è che molti commentatori non abbiano letto bene la decisione della Corte.
Se lo volete fare trovate qui la sintesi del parere consultivo dell'Icj
Qui invece trovate il comunicato stampa
Da questo punto di vista mi sembra interessante quanto ha scritto ieri Tomas Miglierina su Osservatorio Balcani e Caucaso. La domanda posta dalla Serbia nel 2008 era: la dichiarazione di indipendenza del Kosovo ha violato o no il diritto internazionale? La risposta della Icj è no. Per tre motivi:
1 - non esiste un divieto a proclamare l'indipendenza
2 - la risoluzione 1244 del 1999 del Consiglio di sicurezza ha istituito un'amministrazione temporanea, ma non ha riservato al Cds il diritto a decidere lo status del Kosovo
3 - i parlamentari kosovari che hanno dichiarato l'indipendenza hanno agito come rappresentanti eletti dal loro popolo.
Queste considerazioni possono sembrare sottigliezze da azzeccagarbugli, ma quando si ragiona di diritto è meglio maneggiare il bisturi di un chirurgo piuttosto che un'ascia da taglialegna. Detto questo è ovvio che poi ognuno è libero di fare le proprie valutazioni sulla decisione dell'Icj. Intanto, in attesa di approfondire meglio e di leggere i pareri degli esperti, penso si possa comunque fare qualche osservarzione.
La prima è che Belgrado ha subito una sconfitta: aveva chiesto un parere giuridico sulla legalità dell'indipendenza della sua provincia e dal punto di vista giuridico ha avuto torto. D'altra parte - seconda osservazione - Pristina non ha vinto: quello del Kosovo resta un caso diverso e a sé stante rispetto ad altre situazioni analoghe. Non si capisce quindi - terza osservazione - cosa abbiano da gioire i baschi o i corsi e come questa decisione della Icj possa essere fatta valere nei casi di Cipro Nord o della Republika Srpska di Bosnia. E non credo neppure - altra osservazione - che il parere possa innescare secessioni in queste e in altre aree "calde" del pianeta. Almeno voglio sperarlo.
Il problema semmai è gestire la situazione sul terreno, prevenire e controllare l'esplodere di possibili violenze, rassicurare la popolazione serba del Kosovo, smorzare gli eccdessivi entusiasmi di quella albanese. Il ruolo dell'Ue da questo punto di vista è essenziale: la decisione dei giudici dell'Aja, nonostante le apparenze, mi sembra possa fornire uno stimolo per riavviare i negoziati tra Belgrado e Pristina. Non sullo status, ma sulla tante altre questioni che vanno affrontate e risolte. E' un'occasione che Bruxelles, nonostante le divisioni sull'argomento tra i Paesi membri, può sfruttare positivamente, visto che la prospettiva europea riguarda sia la Serbia che il Kosovo. Una prima idea sulle inclinazioni europee ce la faremo lunedì con la riunione dei ministri degli Esteri dei Ventisette.

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