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Kosovo: nessun progresso a bruxelles dei negoziati tra belgrado e pristina

Creato il 18 marzo 2013 da Pasudest

KOSOVO: NESSUN PROGRESSO A BRUXELLES DEI NEGOZIATI TRA BELGRADO E PRISTINAdi Marina Szikora, corrispondente di Radio RadicaleReduce da Bruxelles, dopo un altro incontro nell'ambito dei negoziati Serbia-Kosovo, il premier serbo Ivica Dačić ha comunicato che la delegazione della Serbia ha detto apertamente: "O ci date la comunita' dei comuni serbi [del Kosovo, n.d.r.], oppure non dobbiamo piu' perdere il tempo. Se si fa il bilancio della situazione rispetto a quello che vi e' stato prima di questo Governo, nessuno puo' negare che si sono ottenuti grandi risultati nell'adempimento dei criteri del Consiglio europeo, soprattutto per quanto riguarda le conclusioni dello scorso dicembre”, ha detto Dačić. “Quando si parla della questione piu' dolorosa, vale a dire della giustizia, il ministero competente ha ottenuto buone reazioni a Bruxelles e presso la Commissione di Venezia. In questo senso, quando si tratta di riforme interne, non ci aspettiamo nessun problema relativo all'adempimento delle condizioni poste dalla Commissione europea per ottenere la data dell'inizio dei negoziati di adesione”, ha rilevato ancora Dačić, “ma quando si tratta della questione chiave del dialogo con Priština, bisogna dire che quello che sette-otto mesi fa era impossibile, il governo si e' impegnato al massimo per realizzare gli accordi che sono stati raggiunti, salvaguardando al tempo stesso la linea rossa degli interessi serbi.
L'ultimo dialogo, ha informato Dačić, si e' svolto sul parallelismo delle istituzioni e sulla possibilita' di trovare una soluzione completa per non occuparsi di soluzioni singolari e ha ricordato che l'Ue, quando si tratta del Kosovo, richiede dalla Serbia l'implementazione degli accordi raggiunti, liberta' di azione dell'Ue in Kosovo, soluzione delle questioni della struttura di sicurezza in Kosovo, sistema giudiziario a Kosovska Mitrovica, soluzione delle questioni di trasparenza e finanziamento da parte della Serbia, nonche' la soluzione delle questioni relative a telecomunicazioni ed energia. Ciascuna di queste questioni, afferma il premier serbo, richiederebbe negoziati di diversi mesi con esiti incerti poiche' non vi e' una soluzione per il paralellismo delle istituzioni. Proprio per questo, ha rilevato Dačić, il presidente Tomislav Nikolić ha sollecitato ad alzare il livello dei negoziati ad alto livello politico, ha promosso la “Piattaforma” in base alla quale il Parlamento serbo ha approvato la Risoluzione sul Kosovo, ha proposto il modo e la via per la soluzione della questione delle istituzioni parallele serbe in Kosovo che consiste nella formazione di una Comunita' delle municipalità serbe autonome. Al precedente round di negoziati non e' stato raggiunto l'accordo sulla questione chiave, vale a dire le competenze che avrebbe la Comunita'. Priština ritiene che i comuni sono i piu' importanti e che a loro appartengono le competenze mentre la Serbia ritiene che ci deve essere un organo di potere che ha le sue competenze e il suo modo di scegliere.
La Serbia e' pronta al compromesso, ha affermato il suo premier, ma deve essere di entrambe le parti, con la garanzia della comunita' internazionale perche' cosi' si evita la possibilita' di conflitto armato. "Non lo facciamo per la data [di apertura dei negoziati di adesione all'Ue, n.d.r.], bensì per risolvere la questione del Kosovo e noi riteniamo di meritarci la data. Se l'Ue non lo comprendera' fara' un errore enorme", ritiene Ivica Dačić e aggiunge che la Serbia merita la data anche senza l'accordo perche' ha fatto sapere chiaramente di essere pronta per l'accordo, ma l'accordo deve essere tale da poter essere applicato sul terreno. Per tal motivo la parte serba ha detto a Bruxelles che i serbi al nord del Kosovo e laddove sono in maggioranza devono partecipare attivamente a questo processo al fine di trovare una soluzione accettabile anche per loro. "Non abbiamo tempo per congelare il conflitto perche' e' soltanto Priština che ci guadagna. Si tratta di arrivare alla soluzione in cui la Serbia non riconoscera' il Kosovo, ma che una parte delle competenze sia trasferita alla Comunita' delle municipalità serbe. Secondo le parole del premier, nell'Ue esistono centinaia di regioni ed organi che funzionano secondo un simile principio e non disturbano nessuno. Il premier serbo si e' detto ottimista per quanto riguarda la data dell'inizio dei negoziati di adesione, ma ha osservato che adesso tutto dipende dal fatto se Priština accettera' i compromessi offerti da Belgrado. In questo senso e' importante l'incontro tra Catherine Ashton, l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera e di sicurezza, e la parte kosovara, dopodiche' Ashton dovrebbe recarsi a Belgrado, ha informato il premier Dačić.
Finora forse e' sembrato che la Serbia fosse pronta a fare tutto per diventare membro dell'Ue, ma oggi ci sono cose che la Serbia non e' pronta a fare perfino se il prezzo e' la membership nell'Ue, ha detto, da parte sua, il presidente Nikolić al presidente Lukašenko durante la sua visita ufficiale in Bielorussia. Nikolić ha rilevato che la Serbia ha un grande desiderio di aderire all'Ue e che fara' tutto quello che uno stato sovrano, indipendente ed orgoglioso possa fare. "Ma nessuno puo' dettarci chi sono i nostri amici. Credo che la Bielorussia sia uno dei nostri piu' grandi amici", ha detto Nikolić secondo quanto riportato dall'agenzia bielorussa Belta. Il presidente serbo ha precisato che la Serbia tenta di diventare membro dell'Ue, che sta soddisfacendo tutte le richieste del Consiglio europeo che sono normali per ogni paese, ma il problema per la Serbia e' la questione Kosovo. "Lo abbiamo consegnato alle Nazioni Unite ma esse lo hanno gradualmente trasferito nelle mani degli albanesi, di anno in anno", ha detto Nikolić. Il presidente serbo ha ringraziato la Bielorussia per "il sostegno alla sovranita' ed integrita' territoriale della Serbia", mentre a Lukasenko sono state consegnate le onorificenze serbe per "il coraggio dimostrato recandosi in Serbia durante i bombardamenti del 1999".
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale

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