Kosovo: nuovo positivo incontro tra dačić e thači a bruxelles

Creato il 05 ottobre 2013 da Pasudest
di Marina SzikoraDomenica sera [8 settembre, n.d.r.], a Bruxelles, nel corso del sedicesimo incontro tra il premier serbo Ivica Dačić e quello kosovaro Hashim Thaqi, con la mediazione dell’Alto rappresentante dell’UE per la politica estera e di sicurezza, Cathrine Ashton e’ stato compiuto un grande passo in avanti sia per quanto riguarda le integrazioni europee che per quanto riguarda il dialogo tra Belgrado e Priština. Cosi’ almeno ha dichiarato il premier serbo Ivica Dačić alla fine della riunione a Bruxelles. Con questo, ha rilevato il premier serbo, la Serbia ha soddisfatto tutti i suoi obblighi e non c’e’ piu’ nulla che possa ostacolare l’inizio dei negoziati di adesione all’Ue a gennaio o persino prima. Per quanto rigurada le elezioni locali in Kosovo, Dačić ha detto che e’ stato concordato che i serbi avranno i loro rappresentanti ai seggi elettorali e che i serbi saranno registrati nelle liste elettorali. Per quanto rigurada il nome della lista unica serba, Dačić ha detto che questo e’ meno importante rispetto al fatto che le elezioni devono essere ben organizzate e che il numero dei serbi che si recheranno al voto sia il piu’ alto possibile. Infatti, la questione relativa al nome della lista unica sostenuta dai partiti al governo in Serbia ovvero “Iniziativa Civica Serbia” non piace a Priština poiche’ la dicitura “Serbia” per Priština evoca ingerenze esterne e quindi si sta’ discutendo su un nome alternativo. I colloqui a tal proposito proseguiranno nei prossimi giorni, anche alla presenza dei rappresentanti dell’OSCE.
La notizia e’ che e’ stato raggiunto un accordo su elettricita’ e telecomunicazioni. Il Kosovo avra’ un prefisso internazionale autonomo distinto da quello serbo, ma quanto alle spiegazioni del premier serbo, cio’ non avra’ conseguenze negative per i serbi del Nord Kosovo i quali potranno continuare ad utilizzare le compagnie telefoniche serbe, ovvero chiamare la Serbia senza pagare la chiamata internazionale. Per quanto riguarda l’elettricita’, Priština voleva rendersi completamente autonoma nell’approvigionamento rispetto a Belgrado da cui passano tutte le reti con frequenti black-out. Anche qui, Dačić ha precisato che la Serbia continuera’ ad alimentare le zone abitate dai serbi. Va precisato che il prossimo 3 novembre saranno eletti i rappresentanti delle Associazioni delle Municipalita’ e l’intenzione e’ che essi siano legittimati nelle loro scelte sia da parte di Priština che da Belgrado e da parte degli stessi serbi del Nord Kosovo. In questo modo, in quanto rappresentanti legittimi dei serbi in Kosovo, essi potranno svolgere appieno il ruolo che e’ stato assegnato loro dall’accordo raggiunto lo scorso 19 aprile. Soprattutto per quanto riguarda la sicurezza, vale a dire che il capo della polizia del nord Kosovo dovra’ essere nominato su proposta dell’Associazione, lo stesso per quanto riguarda il settore giustizia. Ovviamente, le discussioni sono tante e procedono e per quanto riguarda le elezioni, un boicotaggio da parte dei serbi deve essere evitato a tutti i costi poiche’comprometterebe l’attuazionne dell’accordo e questo inevitabilmente avrebbe conseguenze per quanto riguarda il cammino europeao della Serbia ma anche per quanto riguarda il Kosovo e l’obiettivo di una eventuale firma dell’Accordo di Associazione in primavera.
Lunedi’pero’, secondo il quotidiano di Belgrado ‘Blic’, incontrando alcuni ambasciatori europei, nella parte della riunione chiusa al pubblico, il presidente della Serbia Tomislav Niković avrebbe detto che le relazioni con il Kosovo si stanno ordinando in base all’accordo raggiunto a Bruxelles ma la Serbia non firmera’ mai un accord interstatale con il Kosovo. Nikolić ha ribadito che la Serbia si impegna per il rispetto della giustizia e dei principi internazionali che valgono per tutti gli stati membri dell’Onu. Ha avvertito che il non rispetto di questi principi porta all’anarchia. La Serbia non ha fretta per quanto riguarda la data dell’inizio dei negoziati con l’Ue ma cerca di ordinare lo stato in base agli standard europei, in modo tale da non firmare qualcosa che possa essere a danno dei suoi interessi, ha spiegato il presidente della Serbia.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 12 settembre 2013 a Radio Radicale.

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