Il suo Marketing Management, giunto alla 14esima edizione, è universalmente riconosciuto come la ‘bibbia’ del marketing moderno. Imprescindibile lettura per ogni marketer o aspirante tale. Philip Kotler non ha bisogno di presentazioni. Una vita intera dedicata a rivoluzionare una disciplina che è radicalmente mutata, la stessa ‘arte e scienza’ in cui, come ama ripetere il professore, ‘l’unica costante è il cambiamento’.
LA BELLEZZA DELL’ITALIA L’occasione per ritornare a parlare a una platea italiana è stata la sua partecipazione al World Business Forum organizzato da Wobi. Un’ora e mezza densa di stimoli e utili consigli per comprendere il marketing che verrà in un mondo sempre più globalizzato che deve necessariamente confrontarsi con l’egemonia della Chindia, l’ideale continente nato dai bassissimi costi di produzione che caratterizzano i mercati indiani e cinesi. “L’Italia ha dimenticato il marketing” esordisce Kotler, ricordando che prima veniva ogni anno a confrontarsi con il Bel Paese. Non risparmia un attacco inequivocabile a quello che il marketing è diventato in Italia. “I call center non sono marketing”. Essere tempestati di offerte a qualsiasi ora del giorno, a questo è stato ridotto il marketing. In un mondo che ha sempre più bisogno di bellezza, l’Italia deve offrirne un po’ della sua: “Dovete sfruttare la vostra!”. Come ricorderà chiudendo il suo applauditissimo intervento, ammonendo gli italiani “Continuate a sfruttare i vostri tesori. Donate un po’ della vostra bellezza al mondo!”.
In meno di trenta slide il professore delinea il marketing 3.0, quello che ha compiuto il passaggio dai consumatori - protagonisti del passaggio dal marketing 1.0 a quello 2.0, dove a dominare era l’attenzione riservata al prodotto – ai bisogni dello spirito umano. Se agli albori della disciplina, i marketer colpivano alla pancia dei consumatori in una visione prodotto-centrica che mirava a racimolare profitti su profitti, il marketing 2.0 colpiva al cuore, rivalutando il consumatore. Ma è nel marketing 3.0 che il processo è compiuto, dove a guidare sono i valori e l’obiettivo è la felicità umana. Un mondo che è cambiato, dove anche lo stesso modo di concepire il retail deve essere ripensato. Kotler alla vigilia del suo speech ha passeggiato tra i negozi di via Montenapoleone, bellissimi e vuoti. Perché oggi ha ancora senso mostrare merci in spazi fisici?
LE COLPE DEL SOGNO AMERICANO Kotler non risparmia l’autocritica nei confronti del suo Paese: “La crisi è iniziata per colpa nostra, per colpa dell’America. Dovremmo risarcire tutto il mondo. Abbiamo finanziato il sogno americano di avere una villetta con il giardino anche a chi non poteva permettersela. Tutti vogliono la casa con il giardino anche se poi ad usarlo effettivamente sono solo il 6% degli americani. A chi giova lavorare tanto per avere un giardino che poi non utilizzerò?”. I marketer sono impreparati ad affrontare il mondo digitale. Meglio affidarsi a nativi digitali che hanno le competenze necessarie per decodificare questo mondo nuovo. Perché il marketing non dorme e non deve dormire mai. Solo così un’azienda può diventare un brand, un’idea che si è fatta logo immediatamente riconoscibile. La stessa alchimia che è riuscita ad Amazon, Apple, Ikea, Harley Davidson, Timberland…