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KULTURA: Chi comanda, Obama o Wall Street?

Creato il 20 ottobre 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 20 ottobre 2012 in Kultura, Slider with 1 Comment
di Giovanni Catelli

Wallstreet

Nel corso del 2012 chi abbia osservato il corso dell’economia mondiale e gli attacchi subiti dalla moneta europea, l’Euro, non può non essersi chiesto da dove sia provenuto questo attacco e a chi abbia giovato. L’editore Elido Fazi, economista di formazione, ha provato a spiegare la situazione in due interessanti e coraggiosi volumi, reperibili anche in formato e-book al costo simbolico di un euro ; sotto il titolo comune de : La terza guerra mondiale? i titoli dei rispettivi libri sono: La verità sulle banche, Monti e l’euro, e Chi comanda, Obama o Wall Street?

In un interessante excursus storico, Fazi ricostruisce dapprima una breve storia del dollaro come moneta dominante dal dopoguerra in avanti, sino alla nascita dell’euro e alla sua minacciosa posizione concorrente nei confronti del biglietto verde. In sostanza, ritiene Fazi, il dollaro può restare la moneta di riferimento dell’economia mondiale sino a che gli scambi del petrolio mondiale avvengano in dollari: chi ha provato a toccare questo equilibrio è stato immediatamente spazzato via, si veda il caso di Saddam Hussein, che aveva tentato di convertire il conto bancario del fondo Oil for Food (i ricavi delle vendite del petrolio iracheno dopo la guerra del golfo) in euro : non molto tempo dopo iniziarono le manovre per dimostrare la presenza di armi di distruzione di massa sul suolo iracheno e ben presto iniziò la guerra che cancellò il regime di Saddam.

In questi anni il tesoro americano ha stampato quantità inimmaginabili di moneta per sostenere gli sforzi bellici e le esigenze dell’economia: sinora i titoli del tesoro americano sono stati acquistati in quantità enormi dalla Cina, che acquisisce così una posizione particolare nei confronti degli Stati Uniti. La solidità della moneta americana, di fronte a un indebitamento di queste dimensioni e a una circolazione di moneta simile si riduce in modo molto grave. In un colloquio avvenuto al Salone del Libro di Torino, l’autore ci ha confermato che, a suo parere di economista, nelle attuali condizioni tecniche, la moneta americana è davvero “sottilissima, molto molto sottile e fragile”.

Massimo Mucchetti, sul Corriere della Sera, ha scritto che lo sbilancio fra le entrate fiscali e le uscite delle pubbliche amministrazioni USA è stato negativo per 1,3 trilioni di dollari, pari all’ 8,4 % del Pil, il doppio del deficit medio dell’eurozona. Il deficit pubblico ha ormai superato i 18 trilioni di dollari, ovvero il 117% del Pil, a cui vanno aggiunti i 2,2 trilioni del debito di Fanny Mae, Freddie Mac e Ginni Mae, le imprese sponsorizzate dal governo che concedono mutui e che governo ha salvato al momento della crisi.  Certo, la posizione di dominio militare e sostanziale che gli Stati Uniti posseggono nel mondo permette loro di correre questi rischi di indebitamento e di stampare tali quantità di moneta, ma questo sarà possibile fino a quando?

Le speculazioni della finanza internazionale a carico dell’euro si sono articolate in modo variabile: si è utilizzata in modo ossessivo la crisi greca, e le principale agenzie di rating hanno puntualmente atteso i momenti peggiori della situazione per calare i loro giudizi distruttivi sulla moneta europea. La lotta non è ancora terminata, ma certo l’obiettivo è chiaro: indebolire l’euro e contribuire a farlo ritenere una moneta fragile, non affidabile al punto da sostituire il dollaro nelle transazioni petrolifere.

L’autore, nel secondo volume della sua opera, narra poi le avventure della finanza di Wall Street, le sue tremende responsabilità nelle crisi degli ultimi anni, e i gravi errori delle amministrazioni americane, a partire dalla presidenza Clinton, che hanno indebolito i controlli e lasciato il mondo della finanza alla mercè di uomini e banche senza scrupoli, che hanno portato al disastro e alla crisi del 2008. La cosa più grave è che l’amministrazione Obama, dopo aver messo a carico dei contribuenti il salvataggio onerosissimo del sistema, ha riaffidato il controllo dell’economia agli eredi degli  stessi “liberisti” formatisi a Wall Street che hanno permesso la gestione piratesca della finanza degli ultimi anni. Inoltre, secondo Fazi, la Goldman Sachs, una delle Banche d’investimento più importanti del mondo, da molti considerata come l’eminenza grigia della finanza mondiale,  è stata la principale finanziatrice della campagna elettorale di Obama; da qui si comprenderebbe molto bene il perché di molte decisioni apparentemente poco comprensibili.

Ora, sarà da vedere chi appoggerà Wall Street nella prossima campagna elettorale: secondo Fazi, molti segni appena percettibili ad occhi profani mostrano che il prescelto potrebbe essere il candidato repubblicano, Mitt Romney; staremo a vedere l’esito della battaglia, anche per comprendere quanto davvero la politica possa ancora qualcosa di fronte allo strapotere della finanza.

La lettura di questi libri è davvero molto avvincente e fa comprendere bene quanto quasi tutto avvenga ormai sopra la testa dei cittadini, americani ed europei, al di fuori di ogni possibile controllo  democratico.

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