a cura di Luca Bistolfi
“Nel corso d’una perquisizione nulla è inviolabile. Quando fu arrestato il macchinista di locomotive Inosin, la bara d’un suo bambino appena morto era nella camera. I giuristi gettarono il bambino fuori dalla bara e si misero a cercare anche là dentro”.
“A forza di masticare un membro dopo l’altro partendo dalla coda le fauci arriveranno alla propria testa”.
“… tutto questo, nel pieno fiore del grande secolo ventesimo, in una società ideata secondo un principio socialista, negli anni quando già volavano gli aerei, erano apparsi il cinema sonoro e la radio, fu perpetrato non da un unico malvagio, non in un unico luogo segreto, ma da decine di migliaia di belve umane appositamente addestrate, su milioni di vittime indifese [...]. Il supplizio pianificato di milioni di persone era stato intrapreso per la prima volta nella storia dell’umanità…”
“Rimane a noi tutti un comune e giusto ricordo di marciume, di uno spazio interamente invaso da putredine. Decenni dopo, senza alcun accesso di rabbia e o di amarezza, conserviamo nel cuore ormai placato la netta impressione di uomini bassi, maligni, turpi e forse disorientati”
“Il potere è veleno, è risaputo da millenni. Non avesse nessuno mai acquistato il potere materiale sugli altri! Ma per un uomo che crede nell’esistenza di qualcosa di superiore a tutti noi ed è quindi conscio della propria limitatezza, il potere non è mortifero. E’ invece il veleno della putrefazione per gli uomini privi di una sfera superiore: non si salvano dall’infezione”.
“… Ma la linea che separa il bene dal male attraversa il cuore di ognuno. Chi distruggerebbe un pezzo del proprio cuore?”
“[...] Le giustificazioni di Macbeth erano fragili e il rimorso lo uccise. Ma anche Jago è un agnellino: la fantasia e le forze spirituali dei malvagi shakesperiani si limitavano a una decina di cadaveri: perché mancavano di ideologia.
L’ideologia! è lei che offre la giustificazione del male che cerchiamo e la duratura fermezza occorrente al malvagio. Occorre la teoria sociale che permetta di giustificarci di fronte a noi stessi e agli altri, di ascoltare, non rimproveri, non maledizioni, ma lodi e omaggi. Così gli inquisitori si facevano forti con il cristianesimo, i conquistatori con la glorificazione della patria, i colonizzatori con la civilizzazione, i nazisti con la razza, i giacobini (vecchi e nuovi) con l’uguaglianza, la fraternità, la felicità delle future generazioni.
Grazie all’IDEOLOGIA è toccato al secolo XX sperimentare una malvagità esercitata su milioni. La malvagità è inconfutabile, non può essere passata sotto silenzio né scansata: come oseremmo insistere che i malvagi non esistono? Chi annientava quei milioni? Senza malvagi non sarebbe esistito l’Arcipelago”.