Gnomo Due.
Hai presente quando le maestre ti dicono: è un po' nervoso. Hai presente quando un bambino si sveglia e dopo tre secondi ha già saltato venti volte nel lettone, aperto l'acqua per lavarsi i denti e messo i pantaloni al contrario? Ecco, lui è così.
E anche quando si addormenta è così: sobbalza nel sonno e anch'io, mi dicono, dormo così.
No, Gnomo Due. Da me no. Non prendere questa cosa, cerca di stare tranquillo, gioca, corri, arrampicati, piangi. Ma ti prego, non tenere dentro.
Nuovo lettino in nuova casa.
Sabato io, il K. e il Due abbiamo montato il suo nuovo lettino. Come quello dell'Uno, ha detto in modo perentorio e noi abbiamo ubbidito, perché quel letto Ikea è meraviglioso. Abbiamo cominciato alle nove e abbiamo finito all'una, ci siamo concessi una pausa patatine, abbiamo avvitato, martellato e sognato di meravigliose notti passate lì. Poi siamo andati in un agriturismo vicino a casa a mangiarci i pizzoccheri, noi tre. Il suo viso si è allentato, per la prima volta non si chiedeva perché lui fosse solo e s'è goduto il momento. Mi ha detto che aveva bisogno di me, che io dovevo stare con lui sempre. Cavolo, che difficile avere dei figli. Mi sento sempre in difetto di affetto. Io gli dico sempre che ci sono, ma loro capiscono solo la mia presenza fisica, l'esserci significa lo stare. E lo stare significa per loro sicurezza, serenità, appagamento, ma anche presenza vera ed attiva, occhi per loro, mani per loro. E' inutile che ci facciamo tante menate, è così. E' quello il difficile, trovare la perfetta sintesi tra il mio esserci e il mio stare con loro.