Kurt ha capito che, per risolvere l’enigma dei resti nella discarica, gli tocca assolutamente lasciare da parte Henning e Zoe e fare il tutto solo.
Soltanto padre Alex, che conosce l’ambiente meglio di lui, può dargli, forse, una mano.
E così,senza stare troppo a pensarci su, anche se è notte, lo chiama al cellulare.
Padre Alex soffre da anni d’insonnia. Chiamarlo nel cuore della notte, mentre si rigira nervosamente sotto la zanzariera del suo lettone, non è un problema.
- Pronto, Alex?
-Che fai ? Dormivi?
-No,amico. Ci sto provando ma il caldo umido proprio non aiuta.
-Andiamo ,domattina, al commissariato di Dar es Salaam? Mi accompagni? Non ti disturba?
-Affatto.
Alle prime luci dell’alba padre Alex passa a Bagamoyo per prendere col suo fuoristrada l’amico Kurt e andare in due in città.
Il traffico,a qualunque ora del giorno, date le condizioni delle strade, è sempre lento e caotico.
I clacson strombazzano a più non posso tanto da disturbare i timpani anche di chi ci ha fatto ormai l’abitudine.
Dopo una buona mezz’ora e forse di più, probabilmente circa un’ora, fermano il veicolo proprio lungo il marciapiede antistante l’ufficio di polizia.
Un tipo grasso e dal faccione rubicondo li accoglie con apparente gentilezza sulla porta e li fa accomodare nella stanza del commissario capo.
Pochi minuti dopo, un tipo mingherlino, longilineo e io direi quasi segaligno, entra.
Con tono sbrigativo si presenta a Kurt, ma solo dopo avere abbracciato affettuosamente padre Alex, che conosce da lunga data.
E’ chiaro che il commissario sa, perché legge i giornali, perché ascolta la radio e perché guarda la tv.
Perciò intuisce lo scopo della presenza di Kurt Wallander.
-Commissario, lei sa il fattaccio della discarica e le tante chiacchiere che non cessano d’essere sciorinate un po’ dappertutto, perché la gente non sa darsi pace circa il trattamento riservato a dei resti umani ?
Così esordisce Kurt e senza troppi convenevoli.
E intanto osserva un bel tinga tinga alla parete dietro la scrivania , lì dove siede l'uomo di legge.
-Certo che so. Ma non è facile cogliere i responsabili con le mani nel sacco. Proprio come dite voi dalle vostre parti.
-L’ospedale è una roccaforte “baronale” e non è dato a nessuno, proprio a nessuno, nemmeno a noi poliziotti, di mettere il naso in ciò che accade lì dentro.
-Specie adesso che poi è arrivato il professor Wung, un anatomopatologo cinese che dà lezioni di anatomia ai futuri chirurghi tanzaniani.
-Sarebbe un’ingerenza indebita.
Kurt, con aria molto perplessa, vuole far capire al suo interlocutore che occorre assolutamente uscire da questa passività reverenziale e tutta africana e scomodare, se necessario, qualcuno in alto loco, qualcuno del governo, magari.
Ma l’altro continua a parlare e a giustificare la situazione che si è venuta a creare, come fosse la cosa più normale del mondo.
-Padre Alex,lei sa come vanno le cose da queste parti…!!!Lo spieghi al suo amico!
E a niente serve che il religioso lo conduca garbatamente sul sentiero di alcune argomentazioni di carattere morale e etico con tanto di citazioni bibliche.
Quelle orecchie sono sorde.
Pertanto dopo un tre-quarti d’ora Kurt e padre Alex sono nuovamente in strada, decisi a raggiungere questa volta l’ospedale e tentare con Geronimo, l’infermiere sempre disponibile, un’alta via per affrontare il dottor Wung, il cinese tanto temuto in città.
E se non lui, il direttore responsabile almeno.
Mentre attendono Geronimo nella sala di ricevimento, compare Zoe, con passo deciso e la sua statura giunonica, che non passa per nulla inosservata.
E , a osservarla attentamente, nonostante l’andatura all’apparenza di persona efficiente, per Kurt e Alex non è difficile affatto accorgersi che anche lei deve avere trascorso una notte insonne.
E non certo in ospedale.
Lo rivelano le occhiaie profonde nel suo incarnato bianco-latte del viso, un incarnato che ricorda per il resto della persona la tonicità di un corpo statuario che manda in visibilio Henning, quando può appartarsi con lei , e lei glielo concede, e farle dono così delle sue attenzioni.
Meravigliata d’incontrarli in ospedale , Zoe saluta gli amici frettolosamente.
E subito, senza che le lascino tempo alcuno, è attorniata da alcune donne e i loro bambini, che hanno bisogno di lei.
E con quelle di necessità si allontana verso l'astanteria.
(continua....)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)