Ormai è deciso. Si fanno le valige.
Ciao, Dar es Salaam.Ciao,Bagamoyo. Ciao, Bunju.
Tutto è stato bello (o magari non troppo bello?) ma i doveri chiamano altrove.
Linda, la figlia di Kurt, ha telefonato in serata.
E Kurt, avendo colto un accenno di lieve rimprovero nella voce della ragazza, ha ben pensato di prenotare, qualche ora dopo, il viaggio di ritorno a casa.
Come, del resto, gli aveva suggerito padre Alex.
In quanto una figlia, un'adolescente piuttosto vivace, non la si lascia troppo tempo da sola.
Saluterà telefonicamente la maggior parte degli amici e poi, di filato, in aeroporto con un taxi.
Non gli piacciono i distacchi. Lo sanno gli amici
E , poi, con Henning, lo scrittore, si ritroveranno a breve a Stoccolma.
L’amico Henning ha bisogno di seri controlli per la sua salute. E, preoccupato com’è, non tarderà certo a raggiungere la Scania.
Quella Scania nebbiosa e silenziosa. Una terra ricca anch’essa di misteri che, senza fare torto alle bellezze dell’Africa tutta, che lui pur conosce e molto bene, difficilmente si dimentica, specie se ci sei nato e ci sei cresciuto.
L’unico cruccio di Kurt, considerando la generosa ospitalità di Henning è, il non essere stato in grado di mandare in galera, come avrebbero sicuramente meritato, tanto il “cinese” quanto Julius. I due manigoldi che, comunque, per il rotto della cuffia, l’hanno fatta franca.
E di Julius non sopporta assolutamente che abbia potuto sedurre e plagiare Zoe, approfittando della debolezza della donna e della sua posizione subalterna.
Per tacere inoltre della catena di sudditanze, quelle che si sono venute a costituire tra la povera gente del luogo, bisognosa di tutto.
E le autorità che , come sempre, non vedono e non sentono. E, meno che mai, hanno intenzione di parlare.
Parlare significherebbe, infatti, mettere a rischio per loro certi privilegi acquisiti, onestamente oppure no. E che piccoli o grandi che siano, è sempre opportuno non metterli in gioco.
Lasciare il Tanzania un po’ dispiace a Kurt ma sa che tornerà abbastanza presto. E che sarà in Sudafrica.
Sono questi gli accordi ultimi presi con Henning al momento del commiato dopo l’incontro e il pranzo di mezzogiorno.
C’è laggiù, non lontano da Johannesburg, un certo Victor,un personaggio ambiguo, coinvolto in una brutta storia. Insieme, commissario e scrittore, potrebbero cercare di saperne di più.
Ma tutto è tramandato a tempi migliori.
Mentre questi pensieri attraversano la mente di Kurt, che cerca di sistemare in valigia alla bene e meglio i suoi capi di vestiario e qualche tinka tinka, souvenir per gli amici del commissariato di Ystad, squilla il cellulare.
E’ il saluto di padre Alex, che ha avuto notizia della sua partenza, trovandosi per caso in agenzia e dovendo anch’egli fare un breve rientro in Italia.
La conversazione dura pochi attimi ma non manca affatto di cordialità.
Un istante dopo, un nuovo squillo.
E’ Zoe. Zoe ,che è stata colta di sorpresa dalla decisione di Kurt.
Allora, Kurt, hai proprio deciso ?- dice la donna dall’altro capo.
Silenzio. Kurt,emozionato, non riesce ad avere la risposta pronta.
Sì, Zoe. Vado . C’è il lavoro. C’è mia figlia. Ma non significa che non possa ritornare…- le rimanda quasi come una sfida.
Sei tu che mi devi far capire se vale davvero la pena che io ritorni- aggiunge.
L’imbarazzo, questa volta, è di Zoe.
Lei non ha mai preso sul serio le storie avute con gli uomini negli ultimi anni. Ma con Kurt è diverso. O, almeno, le pare che sia così.
Ci troviamo in aeroporto, Kurt. Lì ti dirò-conclude la donna con voce rotta dal pianto trattenuto a stento.
Kurt non fa a tempo a replicare, perché, conoscendosi, non vorrebbe affatto salutarla di persona, che Zoe la tedesca ha già interrotto la comunicazione.
Lo squillo ripetuto più volte di un clacson, intanto, fa affrettare di necessità l’uomo.
Dato un ultimo sguardo intorno ,Kurt chiude la porta alle sue spalle e monta in automobile.
Aeroporto Julius Nyerere - suggerisce all’autista.
E le ombre della sera, che laggiù piombano improvvise ,come non mai altrove, non gli consentono di osservare molto fuori dal finestrino, se non quando finalmente ci si è immessi nel traffico caotico della popolosa Dar es Salaam.
Qui i radi lampioni lungo le arterie e qualche insegna luminosa, piuttosto sgargiante, salutano un Kurt , che è comunque un po’ ammagonato.
Sopra...Ystad,la città svedese di Kurt Wallander
In alto... l'aeroporto internazionale Julius Nyerere di Dar es Salaam
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)