Figlio di Angnelo e già attivo nel ruolo di co-doge per volere del padre da molti anni, arrivò alla carica senza elezione ma già vecchio. Fu assolutamente contiguo al padre nel proseguire la politica filo bizantina del dogato.
A lui si deve l’inizio a Venezia del culto dell’evangelista s. Marco, avendone lui orchestrato la trafugazione delle reliquie da Alessandria d’Egitto avvenuta per mano di di due mercanti veneziani.
Vecchio e privo di eredi rafforzò il prestigio internazionale della città lagunare affiancando l’impero d’Oriente nella guerra contro i Saraceni in Scilia.
San Marco divenne nuovo patrono della città e dello Stato, a fianco del bizantino San Teodoro.
Prima di morire richiamò il fratello Giovanni da Costantinopoli per nominarlo co-Dux e potergli trasmettere la carica.
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