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Da Icalamari @frperinelli

(Non sono tutti) mercanti in fiera

Gipi a Più libri, più liberi

Non una mostra, ma bensì una fiera

Era la belva incontrata stasera.

Mi sembrava inanimata,

Ma poi si è movimentata.

Tanto priva di argomenti poi non era.

Un po’, adesso, lo capisco quel signore che cacciava i mercanti dal tempio. Troppo arrabbiato per me che, da ragazzina durante il Catechismo, mi chiedevo: Cosa gli avranno fatto di male quei poveretti che cercano solo di guadagnarsi la giornata?

Penso che il Palazzo dei Congressi di Adalberto Libera andrebbe visitato in punta di piedi e gustandone le ghiotte soluzioni architettoniche, a partire dai famosi corpi scala a rampe sfalsate, alle belle e ingegnose facciate in acciaio e vetro, al disegno dei marmi sulle pareti verticali, alla emozionante scansione dei volumi che porta sempre in su lo sguardo, …eccetera. Così, per dire che io ci sono affezionata, e non sarà la prima volta che lo scrivo.

Per questo ogni volta non lo mando giù lo spettacolo di quella disordinata massa di persone e libri, gli uni agitati, gli altri precariamente collocati, tutti insieme stipati in piccole cellette d’alveare. Dove, dietro banchetti più miseri di quelli di un mercato, editori di varia caratura sembrano star lì per adescare potenziali compratori del pescato del giorno, più che per promuovere cultura.

Ma poi ci sono le conferenze, le presentazioni, la parte più interessante, quella per cui mi affaccio ogni anno alla Fiera del libro di Roma, Più libri, più liberi, fingendo con me stessa di non ricordare dove mi trovo.

E stavolta, ancora, sono stata ripagata. Oggi ho incontrato Gipi, su segnalazione di Barney Panofsky, che ringrazio anche qui, perché sentir parlare e poi dialogare con colui che viene definito il più valente epigono di Paz, ma oggettivamente definibile come sommo poeta del fumetto italico,  è stata un’esperienza molto bella.

E poi, quasi in chiusura d’anno, ho potuto tener fede ad uno dei miei propositi per il 2013, saltare al collo a un adorabile Raffaele La Capria, intervenuto alla diretta su Radio3 di Fahrenheit.

Insomma, poveri mercanti, pardon, editori, io non me la sono sentita di cacciarli per la profanazione del tempio di Libera. Fuori pioveva, chissà quanto erano stanchi, mentre io avevo il libro di Gipi sotto braccio, un mucchio di parole in testa, un’euforia che non avevo appena entrata, e un’idea geniale per il post di questa sera.

Gipi – Un’idea geniale


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