“So che Indro Montanelli avrebbe fatto bene a non mollare Berlusconi, a seguirlo e aiutarlo con la pazienza di un padre invece che mettersi nelle mani sciagurate dei suoi nemici con un odio e una rabbia che appartiene più al rancore senile di una prima donna al tramonto della vita che alla meravigliosa storia dell’uomo. Quel tradimento della bandiera liberale non fermò il lievitare del progetto berlusconiano e portò pure male alla sinistra come capita sempre ai furbi che usano bandiere altrui.”
Parole di Alessandro Sallusti, che ha scritto un editoriale intitolato “L’abbaglio di Montanelli”.
Lasciamo stare il confronto che fa nelle righe successive tra se stesso e Montanelli.
“Memori di quella esperienza noi la bandiera berlusconiana non la ammainiamo”.
Al massimo possiamo dire di Sallusti che in comune con Montanelli avesse la quantità di capelli; non certo capacità, correttezza e mestiere.
Ma soffermiamoci sul “tradimento della bandiera liberale”. Il governo Berlusconi ha portato tasse, spesa pubblica, cleptocrazia e ha mantenuto monopoli preesistenti.
Se Sallusti crede che questi fatti facciano parte di una politica liberale, abbiamo un’idea un po’ diversa di liberalismo.
Vittorio Nigrelli