Personalmente mi è sempre piaciuto Carlo Verdone, ma stavolta ero curioso di vederlo in accoppiata con Antonio Albanese.
Verdone è Arturo, ex carabiniere e investigatore privato alquanto sfigato, la cui vita si intreccia con quella di Yuri (Albanese), attore reso smemorato dalla separazione dalla moglie. Yuri “assume” Antonio per trovare le prove che la moglie ha una relazione con un altro uomo, ma durante le indagini accade il patatrac che darà il via a tutta la storia
Devo dire che il film non è niente male, ma i tempi sono un po’ “dilatati”: quasi due ore di film, che non annoiano, ma che in alcuni momenti ho percepito come eccessivamente lenti.
Ricordo Verdone in coppia con Pozzetto ne Sette chili in sette giorni (uno dei primi film che ho registrato con il mio primo videoregistratore: anno 1992): in quel caso Pozzetto era un vero coprotagonista. In questo caso invece la presenza di Albanese è più tenue, più soffusa. E poi in alcune scene ho avuto la percezione che il personaggio di Verdone fosse troppo sottomesso, quasi un moderno Fracchia.
La trama è ben architettata, con le giuste coincidenze al posto giusto e il colpo di scena finale, che non guasta mai.
Brave le tre attrici Anna Kasyan (la barista dell’est con la passione della lirica), Francesca Fiume (la studentessa cinese che fa lavoretti in nero per Arturo, suo vicino di casa) e Clotilde Sabatino (l’ex moglie di Yuri).
E poi il bello del cinema sta proprio nel cinema, no?