Non c’è niente da fare
è sempre una questione
di prospettive cangianti
i rischi sono relativi
alla posizione raggiunta
fuori i cani abbiano
come fossero malati
di rabbia
e i trattori
sono parcheggiati
dove capita
non ci sono divieti di sosta
tra le zolle dei campi
il colore del mio rancore
è grigio
come il muro
della casa
che sempre più spesso
mi appare in sogno
raccolgo alghe
per un esperimento
mentre il mare
ignaro del mio passaggio
mi bagna le scarpe
che spaventate
dall’imprevisto flusso
cambiano forma
si sciolgono
come fossero di carta
io rimango proteso
verso l’acqua
a piedi nudi
ricambio l’abbraccio
del mio liquido amico
m’inondo della sua trasparenza
fino alla fine
fino a non poterne più
di respirare …