Quando sei in recessione e continui a tagliare e ridurre la spesa pubblica, vai verso una spirale depressiva senza fine. Semplicemente, la gente, senza soldi da spendere, non riesce a sostenere il mercato interno, l'economia collassa e le imprese private chiudono i battenti. Il regno europeo della banche sta devastando il continente intero con le sue ricette suicide, in Italia incarnate dall'Alfiere della Crisi Nera, quel Monti così lucido, freddo, sobrio, nel completare il disastro berlusconiano senza battere ciglio.
E mentre la Sinistra agonizza e Grillo stenta a crescere quel tanto che basta a spaventare davvero la cancerosa partitocrazia italiana, ci stiamo auto-distruggendo con una velocità incredibile. Per esempio, l'attuale decreto sulla cosiddetta spending review, farà in modo da ridurre la spesa pubblica sì, ma senza evitare sprechi ridicoli, come i soldi che gettiamo nelle missioni internazionali o quelli che vengono regalati ai privati (quasi sempre imparentati con i politici) tramite le consulenze esterne alla P.A..
Quando, forse, nel 2013, questa sorta di comitato di dismissione italiana lascerà il posto ai partiti che l'hanno sostenuto dall'esterno con le elezioni politiche, ormai l'Italia sarà avvitata in un abisso economico-finanziario. Senza stato sociale, prezzi altissimi e retribuzioni tra le più basse dell'eurozona, la gente probabilmente avrà il sussulto di ribellione che manca ora, non si sa se per stanchezza o depressione.
Non ci si lamenta neanche ma il malato sta morendo, questo è chiaro. E' incredibile come, in questo povero Paese, basti la connivenza dei pennivendoli di regime, televisione e giornali, per addormentare le coscienze. I giovani (ormai fino a trent'anni e oltre, come la disoccupazione calcolata a un terzo della forza lavoro disponibile) sono le principali vittime sacrificali del pareggio di bilancio obbligatorio: moriremo di fame ma non potremo investire neanche le mutande se spenderemo quanto l'anno precedente. Una follia degna del peggior abisso possibile: quello della demenza. Nel nostro caso, demenza senile.