Il sesso è solo piacere? Oppure, si tratta di una necessità? Chi non riesce a muovere un solo muscolo deve venire privato del piacere del sesso? E se qualcuno lo fa per loro si tratta di prostituzione? Se pensate che siano domande banali allora non avete idea di cosa sia la disabilità, quella per sempre, che non ti concede scelte ne speranza. Quella immobile, a letto o nella carrozzina.
Giorgia Wurth è consapevole di affrontare un tema difficile, complesso e da molti considerato indecente, soprattutto in una Italia da sempre nascosta dietro un velo di perbenismo dichiarato.
L’accarezzatrice è la storia di una donna, un’infermiera che per necessità decide di intraprendere la difficilissima professione dell’assistente sessuale. Lavoro non riconosciuto in Italia ma praticato e assolutamente regolare in altri paesi d’Europa dove, evidentemente, il sesso, e il piacere che ne deriva, non viene vissuto sempre e solo come malsano ma come un diritto dell’uomo e della donna. L’assistente sessuale non è una prostituta, ma una persona con competenze mediche capace di donare piacere a chi non riesce, non può, fare da solo.
l’assistente sessuale mette al centro dell’attenzione la persona nel suo insieme, e ha come obiettivo il benessere di chi è affetto da disabilità fisica o psichica, e non è in grado di provvedere da solo alle proprie esigenze corporali. Persone che non hanno la possibilità di interagire col mondo esterno. Persone che vengono discriminate e ghettizzate. Ripudiate. Permettere di scegliere a chi non ha la possibilità di farlo, cara Gioia, è anche una questione di civiltà. E infatti l’assistente sessuale è una figura riconosciuta da anni in molti Paesi europei più civili del nostro. Attenzione però: non è un lavoro per tutti, ma per chi, come noi, è in possesso di un’adeguata formazione medica… operatori che non guardano certo l’orologio mentre hanno un incontro».
Il romanzo si presenta ben strutturato, piacevole, e, oltre ad affrontare una tematica in Italia praticamente sconosciuta, riesce a raccontare anche una storia d’amore, la protagonista si innamora di un cliente, affrontando contemporaneamente i complicati rapporti umani che spesso la disabilità accompagna, rapporti difficilmente descritti, nascosti, ritenuti scandalosi.
Diana si era resa conto che suo figlio stava rischiando di impazzire. Il suo bisogno di espressione sessuale non gli lasciava un attimo di tregua. Ma non si trattava solo di imboccarlo o aiutarlo ad andare in bagno, accudirlo come un bambino, no. Quello di cui Luigi aveva bisogno era qualcosa di completamente diverso, moralmente imbarazzante e addirittura riprovevole. Allora Diana aveva provato a rivolgersi a delle prostitute, ma alcune avevano rifiutato, altre non avevano il tempo né la pazienza sufficienti per portare a termine il rapporto, altre ancora erano impressionate da quel corpo afflitto e manifestavano un’inaccettabile mancanza di empatia e di dolcezza. Allora Diana, sfiduciata e disperata, aveva cominciato a fare quello che mai, nemmeno nel peggiore degli incubi, si sarebbe immaginata di dover fare a suo figlio: toccarlo intimamente. Poco a poco però, Luigi si era calmato, pareva stare meglio. Quella allora era la strada giusta, Diana lo sapeva, ma non poteva più essere lei, sua madre, a percorrerla. Andando avanti così, sarebbe impazzita.
Consiglio questo libri a tutti, perché è ora di pretendere un cambiamento sociale, perché “se nessuno si scandalizza quando qualcuno legge per i ciechi, perché allora sembra così immorale masturbare un paralitico?”
Titolo: L’accarezzatrice
Autore: Giorgia Wurth
Editore: Mondadori
Anno: 2014
Prezzo: Euro 16,00; eBook Euro 9,99