L’acqua, il bambino e la nostra libertà di fare
Creato il 19 maggio 2013 da Catreporter79
Il termine “leader” deriva dall’Inglese “to lead”, che significa “dirigere”, “guidare”. Compito di un leader è, per l’appunto, quello di condurre il timone, di imprimere la direzione. Nel populismo, il timoniere diventa un “follower”, un seguitore (“to follow”), anzi, un inseguitore, un inseguitore della pancia della comunità che dovrebbe invece accompagnare con saldezza e senso del dovere. Con l’orecchio teso al gorgoglio istintuale, il “follower” parcheggia o depone i pensieri lunghi ( e spesso sgraditi) della responsabilità civile per il tornaconto del momento, abbandonando il popolo a se stesso e con le conseguenze che la Storia ci illustra. In questa frazione temporale, ad esempio, i politici si stanno uniformando alla lotta ai contributi/finanziamenti pubblici a partiti e mezzi di informazione, inseguendo in questo modo gli umori della massa. Ma è una strada assolutamente sbagliata. E pericolosa. Guai, infatti, se l’Italia dovesse (ri)trasformarsi in una democrazia di tipo censitario, in cui solo gli abbienti possano e potranno fare politica e informazione. Ciò si tradurrebbe nel dominio, ancora più spietato, sfacciato e marcato, di lobbies e capibastone, in una riproposizione delle realtà secondomondiste dell’Est Europa (post 1989-1992) o sudamericane. I partiti e i media sono e restano scudo, spada e motore della democrazia, rappresentativa come partecipata, e il contributo volontario non sarebbe che un sasso contro la corazza dei carri armati di questo o di quel potentato. Si proceda verso una rimodulazione del finanziamento, al fine di evitare e comprimere gli abusi che ben conosciamo, ma non si getti l’acqua sporca con la nostra libertà e con la nostra indipendenza intellettuale.