L’acqua non ha colore, è un segno di unione.

Creato il 07 giugno 2011 da Uncittadinoattivo

Ricevo e pubblico.

Pier Carlo Lava

L’acqua non ha colore, è un segno di unione.
Per il governo Berlusconi l’acqua sembra non essere più un bene pubblico, ma una merce sulla quale speculare, e così dopo aver letto, con molta attenzione, il famigerato Decreto Ronchi, che adegua la disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica, e  quindi, anche in materia di risorse idriche, sono rimasto, a dir poco, perplesso.

Come è possibile che tutto sia così dominabile da una logica di mercato? Si tratta, a parer mio, di una definitiva mercificazione di un bene essenziale alla vita, di un diritto umano universale e, quindi, di un provvedimento inaccettabile. Il modo con cui gli organismi politici ed economici intendono affrontare il problema della “gestione dell’acqua”, attraverso l’apertura ai capitali privati, è estremamente pericoloso. Tale processo di privatizzazione investirebbe anche la nostra realtà locale, in quanto l’applicazione delle normative nazionali, imporrebbero di vendere a soggetti privati, nazionali o multinazionali, una quota consistente della proprietà dell’azienda pubblica che gestisce localmente tale risorsa, per poi procedere senza alcuna garanzia alla gara d’appalto per la gestione del servizio idrico integrato. Decisioni così importanti per il futuro della comunità non possono né essere imposte dall’alto, né tanto meno “passare sulla testa” dei cittadini senza una consapevole discussione nelle sedi istituzionali e politiche del territorio. Va da sé che far gestire i servizi idrici ai privati significa andare incontro ad aumenti improvvisi delle bollette, a contenziosi ed a disagi paradossali.

I cittadini oltre a non ricevere spesso servizi efficienti, si ritroverebbero a pagare ai privati bollette sempre più esose. Sarebbe bastato valutare questo per evitare una scelta così irresponsabile. Inoltre sono state sostanzialmente ignorate le associazioni ambientaliste (l’acqua è anche un bene naturale), le associazioni dei consumatori (il cittadino l’acqua la usa e la paga), le associazioni di categoria. Le diverse esperienze di privatizzazione dei servizi idrici, poi in realtà, non hanno dato mai risultati apprezzabili portando, in generale, ad un aumento delle tariffe, alla riduzione degli investimenti e all’abbassamento della qualità del servizio stesso. E’ in arrivo un importante appuntamento, confido sul buon senso di ogni cittadino, perché l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale, che non può e non deve essere assoggettabile a meccanismi di mercato. Essa non ha colore, è un bene di tutti, è un segno di unione.
Davide Nocito,
presidente provinciale Giovani UDC di Alessandria


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